Da Roma a Firenze è un tragitto breve, percorso di mille trasferte. La Fiorentina spera che ad unire le due città d’arte sia la Conference League, trofeo giunto alla seconda edizione e vinto all’esordio dalla Roma di Josè Mourinho. Ora i viola di Vincenzo Italiano ci credono e fanno sul serio. Stasera, la partita contro il Lech Poznan sembra quasi una formalità dopo il 4-1 dell’andata rifilato dai viola ai polacchi, ma non lo è per tre motivi. C’è un ranking Uefa da sistemare (la Fiorentina è al 101esimo posto) e una vittoria sarebbe preziosa per collezionare punti. C’è soprattutto un’autostima da blindare, alla luce dei buoni risultati in campionato e dalla dimostrazione che in Europa c’è voglia di fare sul serio. E poi c’è uno stadio da rispettare, il Franchi che spera in una prestazione importante prima di festeggiare la semifinale europea che manca dal 2015. Di certo, Vincenzo Italiano proporrà un turn over che ha più l’aspetto di una semplice rotazione che di una rivoluzione. Sofyan Amrabat, Josip Brekalo e Jonathan Ikoné sono out. Sono chiamti agli straordinari quindi Mandragora e Gonzalez, pronti ad agire dal 1′. Per il resto spazio alle seconde linee e tra queste c’è anche Jovic, ormai riserva di Cabral. Cerca minuti e occasioni, in una stagione sfortunata, Riccardo Sottil, tra le note più positive dei primi mesi di campionato, prima di essere risucchiato da problemi fisici e ricadute. Un po’ come Castrovilli che vuole dimostrare di poter essere il titolarissimo del centrocampo viola. Per completare il reparto Bonaventura è in vantaggio su Barak. Pochi dubbi in difesa. Spazio a Venuti, Quarta, Igor e Biraghi in quello che è il reparto con due cambi. Riposo per Igor e Milenkovic, diffidati. Italiano vuole certezze e un clean sheet aiuterebbe.
Fiorentina, turn over e fiducia. Col Lech Poznan bisogna vincere anche per il ranking
Vincenzo Italiano, Fiorentina - Foto LiveMedia/Piotr Matusewicz/DPPI