Il nuovo proprietario e presidente del Livorno, il finanziere brasiliano Joel Esciua, ha parlato in occasione della sua prima conferenza stampa allo stadio Picchi, sette giorni dopo l’acquisizione della società amaranto dal presidente uscente Paolo Toccafondi. “Penso che Livorno sia unica. Come dicono in Brasile, a San Paolo, dove sono nato, ‘amala o lasciala’ – ha esordito Esciua –. Livorno è una città diversa, aperta e passionale, multiculturale rispetto alle altre città toscane, che mi ha colpito, che vive di sport e dove ti senti sempre coinvolto. Io la vedo come un diamante grezzo, sia la città che la squadra. Si tratta di una sfida. A me piacciono le sfide. Vuol dire prendere una squadra con un grandissimo passato, una grande storia e non è facile. Livorno – ha ricordato – è al 25esimo posto tra le squadre che hanno fatto più punti in serie A, la seconda in Toscana. Inoltre, si parte da una società sana che non ha debiti. Facciamo piani a cinque anni, fino quantomeno alla B. Il primo obiettivo ora è tornare nei professionisti, subito. Bisogna partire bene veloci e decisi con le persone giuste al posto giusto”.
“Oltre a vincere la serie D, c’è poi l’idea di riavvicinare il pubblico. Dalla pallacanestro livornese bisogna imparare per riavvicinare la gente: più di 30.000 persone in quattro partite al palasport Modigliani Forum. Abbiamo una base di tifosi solida, ma ce ne vogliono di più e bisogna riaccendere la scintilla dell’entusiasmo. Questo dipende da noi, essere chiari nei progetti, nelle parole e nei fatti. Voglio includere Livorno nel calcio internazionale – ha concluso Esciua – con altri appoggi importanti quando saliremo di categoria. Quello che è certo è che non ci alleneremo più sul campo di allenamento della Pro Livorno, campo inaccettabile. Abbiamo varie soluzioni: abbiamo se necessario il Coni di Tirrenia che è una sicurezza”.