Carlo Ancelotti è il protagonista dell’ultimo episodio di “Linea Diletta” rilasciato sulla piattaforma Dazn, in cui il tecnico del Real Madrid affronta varie tematiche. Prima tra tutte, la Champions League che vede la sua squadra ancora in corsa: “Un trofeo che possono vincere le otto squadre che sono nei quarti di finale, invece altri le guardano vincere. Quando il Real Madrid arriva ai quarti è molto pericoloso, è una società che respira la Champions League, per il Real questa è la competizione più importante, è la storia che lo dice”, ha affermato.
Ma la vera mina vagante di questa stagione potrebbe essere una sua ex, il Napoli: “Potrebbe vincere la competizione. Lo step l’ha fatto la società rinnovando e cambiando le gerarchie all’interno dello spogliatoio, cambiando l’ambiente con giocatori e stimoli nuovi, dopo un allenatore che ha una grandissima esperienza nel gioco. Io considero Spalletti uno dei migliori allenatori al livello tattico. Questo connubio ha fatto si che il Napoli vincerà il campionato”. Ancelotti poi è tornato sul suo addio alla città partenopea: “E’ successo quello che spesso succede nel calcio, ovvero che la società che due anni prima ti ha assunto perde feeling e fiducia nelle tue possibilità e nelle tue capacità. La cosa migliore che abbiamo fatto io e il Napoli in quel momento è stato chiudere. Quando un allenatore perde la fiducia del suo club deve chiudere immediatamente, il più in fretta possibile. Chiudere immediatamente è stata una delle cose migliori che abbiamo fatto io e la società”.
Il tecnico ha poi proseguito facendo un altro salto nel passo: “Nel Milan ho giocato e l’ho allenato, il Real rappresenta il massimo nel mondo del calcio: sono i due club a cui sono più legato, sono milanista e madridista, con una percentuale del 50 e 50″. Sui campionati allenati nel corso della carriera ha invece risposto così: “Non ho allenato Totti, Messi, ma ne ho allenati veramenti tanti altri. È un bellissimo viaggio, anche perché non c’è solo il calciatore. Sono tutti ragazzi molto giovani con i loro problemi, che a volte manifestano, a volte no, a volte li scopri a volte te lo dicono loro. Dietro c’è un mondo. Ragazzi di una generazione diversa dalla mia che hanno problemi diversi da quelli che avevo io alla loro età. Il lavoro dell’allenatore è bello anche per questo, è un continuo relazionarsi con dei caratteri diversi, delle nazionalità diverse e delle culture diverse”.
Tra i campioni che attualmente l’allenatore emiliano sta allenando c’è Vinicius. “E’ un talento incredibile, al di là della tecnica brasiliana lui ha un potere fisico straordinario. È instancabile. La differenza più grande la fa nella parte finale della partita quando gli altri si stancano – ha concluso – Nei prossimi 10 anni sarà uno dei migliori giocatori al mondo”.