“Oggi ci ritroviamo a dover fare un’analisi su un asset importante del mondo del calcio che dimostra quanto sia lontano il nostro movimento rispetto ad altri campionati top in Europa. La fotografia dei nostri stadi è impietosa: negli ultimi 15 anni sono stati realizzati 187 nuovi stadi, ben 29 in Polonia e Turchia con un investimento di 1,27 miliardi di euro; nello stesso periodo in Italia abbiamo inaugurato appena 5 nuovi stadi, solo l’1% degli investimenti totali prodotti in Europa. Questo ci fa capire quanto noi siamo lontani anni luce dal processo di evoluzione e di crescita di un asset fondamentale per migliorare l’opportunità di ricavi. Bisogna soffermarsi sull’esigenza di valorizzare due asset fondamentali, come l’impiantistica e i vivai, per il calcio italiano. Siamo convinti che meritino attenzione, ma purtroppo le risposte sono sempre tiepide”. Così Gabriele Gravina, presidente Figc, durante il convegno “Il futuro degli stadi in Italia” al Coni.
“Dobbiamo capire quale sia il modello che maggiormente si integra in una comunità. Pur riconoscendo l’esigenza di mettere a disposizione tutte le energie per costruire i presupposti di un percorso di ammodernamento degli stadi è chiaro che uno degli obiettivi fondamentale è quello di migliorare gli introiti in un rapporto che è sfavorevole all’Italia rispetto all’Europa”, ha aggiunto il presidente della Figc.
“Stiamo portando avanti la candidatura di Euro 2032 che può essere la grande occasione per compiere il passo in avanti che molti auspicano, organizzare l’Europeo in Italia sarebbe un’opportunità per il Paese di rilanciarsi anche a livello di credibilità internazionale. La nostra candidatura è influenzata da questi principi, valorizzando le comunità locali e creando una sinergia positiva tra l’impianto e chi può viverlo ogni giorno. Gli impianti del futuro che stiamo immaginando rappresentano un modo nuovo di fruire gli stadi. Abbiamo ottenuto un provvedimento che coinvolge tutte le forze politiche raggiungendo il 100% di energia rinnovabile negli impianti, funzionale inoltre all’organizzazione del campionato europeo”, ha proseguito Gravina.
“Noi riteniamo, ancora una volta, di poter ribadire il rispetto da parte delle autorità politiche della costituzione di un fondo dell’1% per il rilancio delle infrastrutture sportive sulle scommesse sportive. Quell’1% che a noi spetta di diritto sulle scommesse sportive, sulla tutela del diritto d’autore per l’organizzazione degli eventi. Noi non siamo stati fermi, abbiamo creato un fondo per rilanciare gli impianti di Serie B e Lega Pro, lo abbiamo implementato nell’ultimo consiglio federale, mi spiace rilevare che poche società hanno deciso di usufruire di questa possibilità”, ha concluso.