[the_ad id=”445341″]
Il lottatore italiano Frank Chamizo, dopo il riscontro della sua positività ad un test anti-doping e la conseguente revoca del bronzo Mondiale, ha voluto chiarire in prima persona la situazione all’ANSA: “Tengo a precisare che nella mia vita non ho avuto mai nulla a che fare col doping e che ho condiviso il provvedimento della Federazione internazionale di revocarmi la medaglia. Nel procedimento ho tenuto però a dimostrare che la sostanza trovata non aveva nulla a che fare e non aveva avuto nessun effetto sulle gare. So di aver commesso un errore, per questo ho concordato di perdere la medaglia ed ho dichiarato la disponibilità a sottopormi ad ogni controllo o programma di recupero per dimostrare la mia correttezza”.
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
L’avvocato Giovanni Fontana, legale del lottatore azzurro, ha provato a spiegare la posizione del proprio assistito: “Ho seguito Chamizo in questa vicenda che poco aveva a che fare con il doping se non per una normativa che in una parte consente l’uso delle così dette sostanze d’abuso e dall’altra punisce gli atleti che risultano ad esse positivi. L’uso è consentito, nel caso di Frank è emerso chiaramente che era un uso avvenuto lontano dalle gare, che non aveva avuto alcuna influenza sulla performance, ma un regolamento che si contraddice porta poi a punire una condotta in altra parte non prevista come violazione”.
“Avremmo dovuto portare il caso di fronte al Tas per far emergere il controsenso ma Frank ha ritenuto di voler accettare comunque una pena ritenendo di dover comunque pagare una leggerezza commessa in un periodo molto difficile dove aveva perso una persona cara. E’ una cosa che gli fa onore”, ha concluso l’avvocato.
[the_ad id=”676180″]