Arriva la partita spartiacque della stagione per la Juventus, così importante che anche il derby d’Italia contro l’Inter di domenica passa in secondo piano. In una stagione quasi drammatica tra le difficoltà di campo e quelle aggiunte dalla maxi penalizzazione, i bianconeri puntano tutto sull’Europa League, dove l’ostacolo che li separa dai quarti di finale si chiama Friburgo, domato all’andata ma con uno striminzito 1-0 che non fa dormire sonni tranquilli ad Allegri.
All’andata era andata discretamente bene, una vittoria meritata ma con qualche rischio di troppo, tra cui un gol annullato ai tedeschi, che in casa sicuramente disputeranno tutt’altra partita. Bisognerà fare come a Nantes, dove però si ripartiva dal pareggio. Con una vittoria da gestire, il rischio di giocare per due risultati su tre è quello dell’arma a doppio taglio della gestione a oltranza, in cui il tecnico livornese è maestro, ma per la quale non ha una rosa adatta. E’ invece questa una squadra giovane, che deve andare a mille in ogni momento se vuole andare avanti in una coppa che vale doppio per la Vecchia Signora: arrivare fino in fondo, alzarla al cielo vuol dire vincere un altro trofeo, il primo internazionale dopo oltre 25 anni, e soprattutto ritrovarsi catapultata in Champions League anche il prossimo anno, al netto delle vicende giudiziarie che potrebbero interessare anche l’Uefa.
Per i bianconeri l’obiettivo è quello di vincere anche in Germania e dare un segnale importante alle altre rivali di questa coppa, alcune delle quali di alto livello. Per riuscirci, Allegri ritrova Chiesa e Di Maria, anche se entrambi non esattamente al meglio e solo per la panchina, e chiede i gol a Dusan Vlahovic, anche lui in un brutto momento. Per uscirne il serbo dovrà aiutare la Juventus e viceversa: uniti nell’obiettivo di ritrovarsi a Nyon venerdì mattina tra le prime otto dell’Europa minore. Che in palio mette l’unica via rimasta per quella maggiore.