Dopo gli avvenimenti delle ultime settimane in casa Palermo, Maurizio Zamparini, il presidente della società, spiega le sue posizioni dopo le perquisizioni effettuate non solo nella sede societaria ma anche nella sua abitazione dalla Guardia di Finanza.
Il numero uno della società siciliana vuole spiegare la situazione dopo le parole dette e scritte negli ultimi giorni: “Mi sento in dovere verso me stesso, verso la mia famiglia e chi mi conosce già, di fornire le mie precisazioni in un momento in cui la stampa, stante la verifica in corso, mi dipinge come un possibile truffatore e maneggione. Con stupore venerdì scorso ho aperto la casa della mia famiglia ad Aiello del Friuli ad agenti della Guardia di Finanza per un ordine di perquisizione, tra lo stupore e la rabbia di mia moglie e mio figlio che non sopportano quello che nei fatti è una violenza: in un paese civile, a meno che tu non sia un delinquente, vieni convocato a mostrare tutta la documentazione relativa ai fatti sotto inchiesta. Dopo il primo approccio formale, mi ha fatto piacere il rapporto di umanità che si è instaurato quando penso si siano resi conto della mia massima disponibilità e soprattutto del fatto che non avessi nulla da nascondere. Alla fine di una giornata di collaborazione nei rispettivi ruoli, ci siamo salutati stringendoci la mano. Io rispetto il lavoro della MAGISTRATURA e sono convinto, non avendo mai volutamente commettere alcun reato, che la verità darà soddisfazione alla mia onestà. Comincio però a leggere sui media notizie false: io non ho mai avuto nessuna società in Inghilterra”.
Zamparini continua il suo scritto parlando della trasparenza dei propri affari e consolida la sua massima disponibilità nel collaborare per risolvere al più presto la situazione: “Tutti i movimenti di denaro miei e nelle società della famiglia sono trasparenti e verificabili. Avendo venduto il mio gruppo nel 2000-2002 al gruppo francece Pinault Printemps Redoute per circa 800 miliardi di lire, tutta la provenienza dei miei investimenti proviene da quei fondi o dalle banche. Tutti i conti correnti personali e delle società della famiglia sono a completa disposizione degli inquirenti: non ho mai fatto utili con un euro di cosiddetto “nero”, parola che non conosco. Sono in difficoltà poiché aggredito da tempo dall’Agenzia delle Entrate, non per evasioni ma per interpretazioni di parte delle regole”.
L’attenzione si sposta poi al rapporto avuto con i dipendenti, la società e la città di Palermo: “Ho una grande autostima poiché a 76 anni non rinnego nulla della mia vita esemplare sotto il profilo umano e civile: oltre 3 mila dipendenti che hanno lavorato con me mi danno la loro gratitudine e stima, sfido a trovarne uno che sia stato da me trattato ingiustamente. Solo amore per tutte le persone, questo è il mio credo e chi mi conosce di persona lo sa. Ho dedicato con passione 15 anni della mia vita sportiva al Palermo, ho imparato a sentirmi a mio agio in una città che è bellissima così com’è, con la sua storia, i suoi pregi ed i suoi difetti, la sua gente e le sue usanze. Non c’è da cambiare nulla”.
Ultima parte di comunicato che è dedicata alla situazione della società e dell’intenzione del presidente di vendere, ma di farlo solo agli investitori giusti: “Non ho mai considerato il Palermo, così come scrivono, il mio giocattolo: un soggetto che ha sottratto al tuo patrimonio 70/80 milioni di euro non può essere un giocattolo, e soprattutto considero il calcio un fatto sociale, in cui i tifosi devono essere in primo piano. Sto cercando con difficoltà investitori in Italia e all’estero, gente che dovrà assicurare investimenti come feci io all’inizio. Io ho pagato a Sensi 30 miliardi di lire equivalenti come potere di acquisto a 30 milioni di euro di oggi, con due giocatori in proprietà, perciò patrimonio eguale a zero ed ho cominciato a immettere già il primo anno l’equivalente di altri 30 milioni per costruire la squadra e la Società. Non è ne è stato facile trovare investitori nel calcio del nostro Paese, ma per me è indispensabile: alla mia età ritengo insostenibile il mio ruolo nel calcio, specialmente in questo calcio che richiede notevoli disponibilità. Mi ero affezionato a Baccaglini e sono sicuro che gli inquirenti, avendo requisito tutti i documenti relativi alla storia Baccaglini, si renderanno conto che io ho sempre affermato la verità, con un mio unico torto: aver creduto ad interlocutori che nei fatti hanno disatteso tutti gli obblighi contrattuali, lavorando per di più contro la mia immagine, quasi come se l’insolvente fossi io. Il mio lavoro odierno nel Palermo Calcio è sorretto dall’obbligo di fare una squadra per ritornare in serie A. Naturalmente, come avevo detto a Baccaglini ed ora a Cascio, è necessario un intervento di capitali non per non fallire, come scrive qualcuno, ma per fare un mercato acquisti tenendo i più bravi e inserendo altri ottimi giocatori”.
Qui la versione integrale del comunicato postato su Twitter dalla società:
Comunicato di Maurizio Zamparini https://t.co/fY6dKC0HjR pic.twitter.com/5LRg4F2CZp
— US Città di Palermo (@palermocalcioit) 9 luglio 2017