Per la Procura di Torino lo scorso 17 febbraio è stato un giorno chiave. Ad essere interrogato è stato Maurizio Lombardo, ex segretario generale della Juventus che si occupava di contratti, ha raccontato per filo e per segno i rapporti con i club ‘amici’ e con le famose ‘side letter’.
Lombardo, come riporta Repubblica, racconta di tenerle “in una valigetta, sempre con me, anche a casa”. Capitava infatti di essere chiamato da Paratici “anche di notte”. Nei documenti custoditi da Lombardo “c’erano quelle di Cagliari, dell’Atalanta, senza dubbio firmate”. A lui dicevano “tienile tu” perché “era meglio che non uscissero”. L’ex dirigente juventino fa rivelazioni sui diversi debiti, per esempio con l’Atalanta: “14,5 milioni: 4 per Mattiello, 4 per Muratore, 3,5 per Caldara, 3 per Romero”. Parla anche di Cerri, Mandragora, Orsolini, Demiral, Traorè, Mulè, Audero, Peeters. E conferma che i giocatori conoscevano bene gli accordi: “Le scritture erano rassicurazioni”. Il testo “era predisposto” da Gabasio, che dopo Marotta “che era più prudente”, spiega Lombardo, “il suo ruolo è cresciuto”. Dopo Marotta, aggiunge l’ex dirigente bianconero, “non c’era più un’operazione che teneva”.
Ma le rivelazioni di Lombardo non si fermano qui. Le side letter, infatti non venivano depositate in Lega “altrimenti non si poteva registrare la plusvalenza”, spiega Lombardo che entra nel dettaglio del sistema: “Tutti i direttori sportivi volevano una recompra. Ma non poteva essere registrata la plusvalenza fin tanto che non scadeva la condizione”.
Anche sulle manovre stipendi, Lombardo spiega: “Per la prima, avevo preparato le buste, 2 per ogni calciatore, in una la riduzione, l’altra per rimetterla firmata”.