“Abbiamo delle tematiche da affrontare. La prima è la sostenibilità economico-finanziaria, che è un tema quasi opprimente. Dobbiamo migliorare questa situazione, trovando nuovi ricavi, contenendo i costi. Abbiamo i costi ma non i ricavi del professionismo. Questo sistema va messo in sicurezza, prendendo quanto fatto di buono da Ghirelli, un galantuomo che ringrazio. Bisogna migliorare ulteriormente. Il secondo punto è il metodo di lavoro: facciamo rete. Un modo per pensare diversamente, abbiamo bisogno di tutti, partendo dai club. Vogliamo creare un tavolo di lavoro permanente”. Lo ha detto in conferenza stampa al Salone d’Onore del Coni Matteo Marani, presidente della Lega Pro eletto con 39 voti a favore su 58 contro i 15 dell’altro candidato Marcel Vulpis. Sul tema riforme, Marani mette l’accento sul tema del “dialogo perché nel nostro mondo si dialoga poco” e precisa che “bisogna farlo con Serie B e C, ma anche con la Serie A. Serve un pensiero comune. E ogni tipo di riforma deve partire dai club”.
Sul ruolo di presidente della fondazione Museo del Calcio, Marani accoglie l’invito di Gravina a restare in carica: “Per me è una passione grandissima, che faccio a titolo gratuito. Credo che la cultura non debba entrare nel concetto di carica politica. Salvaguardiamo la storia”. Poi sul tema seconde squadre: “Sono arrivate in Italia forse tardivamente. Per noi è un tema importante, che riguarda la valorizzazione del calcio italiano. Serve interesse, ma non deve essere guardato come una stella cometa. Vedremo se qualche altra squadra avrà interesse a fare questo passo, intanto dobbiamo valorizzare i settori giovanili. Dobbiamo tutelare il talento”.
Eletto vicepresidente Gianfranco Zola, che spiega: “Facciamo un po’ fatica a produrre calciatori di livello. Se si parla di sostenibilità, non c’è miglior cosa di produrre i giocatori da soli. Bisogna investire, non è un percorso che si può fare in due giorni. Matteo ha una grandissima passione, c’è necessità di avere persone come lui. Sono partito dalla Serie C. Senza quell’esperienza, non avrei fatto la carriera che ho fatto. Sono riconoscente”.