È scattato dalla Germania il Tour de France 2017. Ad aggiudicarsi la cronometro inaugurale, 14 km sotto la pioggia in quel di Düsseldorf, è Geraint Thomas. Il gallese del Team Sky si toglie così la soddisfazione di indossare la prima maglia gialla in quest’edizione della Grande Boucle. Thomas vince con il tempo di 16’04”, battendo di 5” lo svizzero Stefan Küng (BMC Racing Team) e di 7” il bielorusso Vasil Kiryienka (Team Sky). Solo quarto il grande favorito di giornata – nonché idolo di casa – Tony Martin (Team Katusha): il campione del mondo di specialità chiude a 8” da Thomas. Al quinto posto troviamo invece il primo degli italiani, Matteo Trentin (Quick-Step Floors), che fa registrare un sorprendente 16’14”.
Non mancano le indicazioni importanti tra gli uomini che questo Tour ambiscono a vincerlo. Le condizioni meteorologiche avverse invitano la maggior parte di loro a usare cautela; ciò non impedisce a Chris Froome (Team Sky) di infliggere i primi distacchi ai rivali. Sesto assoluto a 12” dal compagno di squadra, Froome ne rifila ben 35 a un deludente Richie Porte (BMC Racing Team), 36 a Nairo Quintana (Movistar Team), 38 a Thibaut Pinot (FDJ) 39 a Romain Bardet (AG2R La Mondiale), 40 al nostro Fabio Aru (Astana), 42 ad Alberto Contador (Trek-Segafredo). Già finito il Tour de France di Alejandro Valverde, vittima di una caduta: per il fuoriclasse della Movistar si sospetta una frattura della tibia.
PAGELLE
Geraint Thomas 10
Nonostante le difficili condizioni meteo, il gallese è bravo a non tirare i freni, conquistando il risultato fin qui più prestigioso della sua carriera: vittoria di tappa e simbolo del primato al Tour de France. Una maglia gialla che sa di rivincita per Thomas: partito per vincere il Giro d’Italia, aveva dovuto abbandonare anzitempo la Corsa rosa per i postumi di un’assurda caduta. Dopo un recupero lampo, eccolo al via della Grande Boucle, che lo vedrà ancora una volta in appoggio a Chris Froome. L’inizio – per lui e per il Team Sky – non poteva essere dei migliori.
Chris Froome 8,5
Il grande favorito del Tour de France invia un primo forte messaggio ai rivali, cui infligge distacchi comunque importanti (vista la poca distanza percorsa). Da questa crono inaugurale si evince chiaramente come Froome e la sua squadra arrivino al Tour nelle migliori condizioni, minacciando di ammazzare nuovamente una corsa che i pronostici della vigilia vedevano più aperta.
Richie Porte 5
Il tasmaniano della BMC – protagonista di un ottimo Giro del Delfinato il mese scorso – oggi delude. Specialista delle prove contro il tempo, Porte guadagna ben poco sugli scalatori e paga 35” a Froome: davvero un’eternità per uno come lui, forse portato più di altri a tirare istintivamente i freni in queste condizioni.
Nairo Quintana 6,5
Buona prestazione quella offerta dal colombiano in una specialità che da sempre rappresenta il suo tallone d’Achille. In linea con i tempi di Porte e rifilando qualche secondo a Bardet, Pinot (che come Quintana è reduce dal Giro), Aru e Contador, il leader della Movistar ne concede invece una trentina a Froome. Ma è sulle salite che Quintana dovrà cercare di mettere in difficoltà il rivale britannico. Brutta tegola per lui l’incidente e il ritiro di Valverde, che lo privano del suo miglior compagno di squadra.
Fabio Aru 6
La cronometro non è certo la sua specialità, ma il Cavaliere dei 4 Mori limita i danni, facendo registrare un buon tempo, in linea con i diretti rivali per il podio finale. Certo Froome appare di un altro pianeta, ma non è su questo terreno che Aru può sfidare il tre volte vincitore della Grande Boucle. La condizione comunque lo assiste, e sulle salite Aru (che da domani potrà sfoggiare finalmente la sua splendida maglia tricolore) avrà modo di dire la sua. Il Tour è appena cominciato.
Matteo Trentin 9
Prestazione eccellente per il nativo di Borgo Valsugana, che al suo arrivo fa registrare addirittura il miglior tempo. Trentin viene poi scalzato da Kiryienka e successivamente superato da altri tre atleti, ma la quinta posizione a 10” da Thomas (con 2” rifilati a Froome) rimane comunque un risultato sorprendente in una specialità che generalmente non lo vede primeggiare.