Le parole, anche pesanti, che arrivano da Angelo Binaghi, presidente della FIT, nei confronti del caso Giorgi, in occasione della presentazione degli Internazionali BNL d’Italia. Potete trovare il podcast alla fine del pezzo.
Ci sono margini per rivedere Camila in nazionale?
“Noi abbiamo regole abbastanza precise, questa domanda credo che non debba farla manco a lei ma al padre. Questo caso è più da telefono azzurro. Da parte mia c’è la più grande serenità rispetto a casi analoghi successi in passato, dove talvolta succedeva che il coach spingeva il ragazzo a non giocare perché aveva avuto un rifiuto da parte della Federazione circa sue ambizioni per entrare nello staff della nostra Federazione, erano sostanzialmente ritorsioni strumentalizzando il ragazzo. Chiaramente il nostro stato d’animo era ben diverso. In questo caso assolutamente no, perché fin da quando il padre della Giorgi è venuto qui con la ragazzina giovane per chiedermi 300.000 euro di prestito noi abbiamo capito sin dall’inizio di che persona si trattasse. Credo non ci voglia un luminare della scienza per capire chi avessimo di fronte. Avevamo messo tutto nel conto, avevamo fatto bene tutti gli accordi e contratti e anche che questo potesse succedere. Pensavamo di fare tutto quel che abbiamo fatto, cioè il massimo possibile, dalle cure per rimetterla in sesto alla casa a Tirrenia nella quale allenarsi, le abbiamo dato tutti i soldi che chiedeva perché ci diceva di essere in condizioni economiche disagiate per una giocatrice del genere. Il padre ha scelto questa decisione e pace all’anima sua. Noi giochiamo con la Vinci e l’Errani che mi sembra che abbiano un palmarès ben differente. Il padre può dire quel che vuole. La FIT anche per quel che hanno fatto le ragazze, credo abbia raggiunto un livello tale da non essere messo a confronto con un ribatti e ribatti con il padre della Giorgi. Lui ha fatto la guerra della Malvinas e l’ha persa, noi abbiamo fatto tante altre battaglie in questi 15 anni a cominciare da quella per il rispetto della maglia azzurra e le abbiamo vinte tutte”.
Non pensa che questa situazione possa condizionare la carriera della ragazza?
“Non lo so, francamente. Dico che da un punto di vista tecnico, ma stiamo dicendo cose pleonastiche e ovvie, è un grandissimo limite che una ragazza con così grande potenzialità non possa avere. 15 anni fa lo dicevo per Filippo Volandri che sarebbe stato giusto e che avremmo fatto tutti sforzi possibili per mettergli a fianco Tony Roche perché imparasse il servizio. Senza arrivare a Tony, nel mondo ci saranno qualche migliaio di persone che possono aiutare Camila ad esempio nel servizio, che in questo momento è il suo aspetto più delicato. Detto questo le potenzialità della ragazza sono tante, anche con un handicap di questo genere è possibile che in futuro possa fare ottimi risultati”.
Se le incompresioni si risolveranno, la Giorgi all’Olimpiade potrebbe ancora esserci?
“Incomprensioni? E’ tutto compreso, chiaro e scritto. Olimpiadi? Vanno alle Olimpiadi i giocatori che sono in good standing con la nostra Federazione. Noi abbiamo appena inviato ieri una lettera alla Giorgi nella quale richiamo gli impegni presi in ben 4-5 contratti che se volete dopo vi do. Perché noi gestiamo soldi non nostri ma delle società, che dobbiamo ridare a giocatori giovani come lo era lei 5 anni fa per stimolare la crescita. Diciamo di renderci 160 mila euro, poi vi dico la cifra esatta. Aspettiamo che ce li renda, anche se penso non ce li renderà di sicuro. Spero di essere smentito naturalmente. A quel punto è difficile stare in good standing con chi ti ha chiesto aiuto perché era in condizioni critiche e non appena vince due incontri si dimentica di te, della sua famiglia. Noi rappresentiamo la sua famiglia, i suoi amici, il nostro Paese, tutto il contesto che l’ha coccolata e fatta crescere. In ogni caso, spero che la Knapp si riprenda ma sì, non c’è nessun problema. Oggi la Giorgi non è in good standing. Non abbiamo ancora scelto i doppi olimpici”.