La Capitale a due volti nella prima del nuovo anno. Quello sorridente di una Roma cinica ma finalmente in controllo della partita e non in balia dell’avversaria, capace di sbloccarla subito grazie al rigore procurato da Dybala – quanto è importante il suo ritorno (ed esce per crampi, non sembra un infortunio) – e calciato da capitan Pellegrini, i due frontman di una squadra che rinuncia anche oggi ad Abraham, non però senza che l’attaccante inglese risulti decisivo. Già, perché il lungo assalto del Bologna, che non demerita e più volte può pareggiare, anche con un rigore non concesso, si conclude in pieno recupero con un colpo di testa destinato a entrare, ma che invece finisce sulla testa del centravanti che ha perso la vena realizzativa e anche il posto da titolare, ma che a sorpresa si dimostra ottimo difensore aggiunto. Nel mezzo, una partita comunque discretamente ben condotta dalla squadra di Mourinho, supportata dai tifosi e in grado di soffrire per portare a casa i tre punti, dovendo però rinunciare a Zaniolo per infortunio.
E c’è poi invece il volto triste di una Lazio che perde ancora: due mesi dopo o quasi rispetto al ko in casa della Juventus, ne arriva un altro in casa del Lecce, due trasferte indigeste che frenano la corsa in chiave Champions di una squadra ancora immatura. Immobile segna sempre, ma sono mancati gli altri oggi: Milinkovic-Savic soprattutto, ma anche Pedro e Zaccagni, mentre Felipe Anderson entra nel momento peggiore e non può incidere. Tanti grattacapi per Sarri, che a un certo punto della stagione pensava (e sperava) che i suoi avessero potuto fare quel salto di qualità che era mancato l’anno scorso, vale a dire la continuità perduta e la capacità di gestire i vantaggi. La continuità a distanza di un mese e mezzo c’è, ma in negativo, con due sconfitte diverse ma in fin dei conti uguali: questa squadra può vincere e perdere contro chiunque, e non è un bel biglietto da visita per chi punta al quarto posto. Di contro, il Lecce continua a sognare: le vittorie di peso sono ormai quattro, i diciotto punti in sedici partite un ottimo bottino in chiave salvezza, tanto che in attesa delle ultime partite di stasera Baroni si trova – con merito – al dodicesimo posto. E’ la forza del gruppo, quella che sopperisce a una mancanza di qualità nei singoli.