“Lavorare con mio padre, per certi aspetti, genera molte aspettative e questo mi dà molta motivazione e voglia di farcela”. Davide Ancelotti, figlio e assistente di Carlo al Real Madrid, ha raccontato in una lunga intervista ad As le sue esperienze di calciatore mancato e gli inizi della carriera da allenatore al fianco del padre. “Non posso dire di avere la stessa fame di chi viene dal basso, perché ho la fortuna di venire da una famiglia in cui non mi è mancato nulla – ha aggiunto -. Potrebbero dire: ‘questo sta bene, non ha fame’. Ebbene, la fame di vittoria la ritrovo in altre cose, nella necessità di dover dimostrare, nel soddisfare le aspettative, nei sospetti generati dall’essere figlio dell’allenatore. Tutto questo per me diventa motivazione”
Real Madrid, Davide Ancelotti: “Lavorare con mio padre mi motiva”
Carlo e Davide Ancelotti - Foto LiveMedia/Irina R.hipolito/DPPI
A 22 anni Davide era già laureato in Scienze motorie e ha ottenuto punteggi altissimi nei suoi corsi di allenatore: “Lasciare il calcio mi ha permesso di studiare, viaggiare, imparare le lingue… È stata una scelta felice. Ho deciso di fare la formazione da allenatore ed è stato un vantaggio. A 33 anni ne ho undici di esperienza”, ha concluso.