“Vittoria non soltanto mia ma di tutte le donne”. Così Greta Beccaglia, la giornalista sportiva molestata da un tifoso dopo il match Empoli-Fiorentina, è intervenuta in un’intervista al Corriere della Sera dopo la condanna al ristoratore. “Nessuno ha il diritto di violare i nostri diritti, di considerare il nostro corpo come un trofeo; nessuno deve più umiliarci, denigrarci, considerarci un oggetto” ha aggiunto la donna.
Il denaro del risarcimento andrà “a una onlus che combatte per i diritti violati delle donne in tutto il mondo. Non è importante che io lo perdoni. È lui stesso che deve perdonarsi. Spero che abbia capito il male che mi ha fatto, e che questa condanna sia di esempio. Non provo odio, solo tristezza. Vorrei invece che ciò che è successo serva a far capire a lui e a tanti altri che toccare, oltretutto con violenza, il sedere a una donna, è un gesto abominevole e non un atto goliardico. Non c’è niente di allegro, nulla di carnevalesco. È solo un atto di terribile umiliazione. Una violenza”.
“Continuo a ricevere messaggi, anche in questo momento, di persone, anonime, che mi accusano di aver rovinato una persona, di essere una ragazza cattiva, senza cuore – racconta -. Dicono che la colpa è mia perché mi sono messa troppo in mostra, scrivono che lui voleva scherzare. Mi sembra di essere tornata indietro nel tempo”.