Mondiali Qatar 2022

Mondiali Qatar 2022, cardiologi lanciano allarme: “Tifosi rischiano 30% problemi cardiaci in più”

Iconic Lusail Stadium
Stadio finale Mondiali Qatar - Foto LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI

I Mondiali fanno male al cuore dei tifosi. E’ questo quanto emerso dall’83° Congresso nazionale della Società italiana di cardiologia, che si chiude proprio domani a Roma in corrispondenza della finalissima del Mondiale di Qatar 2022 tra Francia e Argentina. I cardiologi italiani hanno infatti riportato i risultati di uno studio condotto dal Dipartimento di medicina di comunità dell’Hamad Medical Corporation di Doha (Qatar) e dall’Università del Cairo, che nelle ultime settimane è stato pubblicato sulla rivista Vascular Health and Risk Management. L’obiettivo dello studio era quello di individuare nuove strategie per proteggere il cuore dei tifosi durante queste importanti competizioni internazionali.

E’ stato citato anche uno studio che riguarda i tifosi italiani durante gli Europei dello scorso anno. Secondo quanto pubblicato sulla rivista Fronties in Cardiovascular Medicine, i tifosi degli Azzurri hanno visto aumentare il rischio di casi di sindrome di Takotsubo (o sindrome da cuore infranto che colpisce generalmente dopo stress negativi come il lutto). A spiegare il tutto Ciro Indolfi, presidente Sic: “I cardiologi hanno confrontato i tassi di ospedalizzazione registrati nei reparti di cardiologia di 49 ospedali italiani, durante i 20 giorni degli Europei, con quelli relativi a un periodo precedente di analoga durata e ai due giorni successivi alla finale tra Italia e Inghilterra”. 

E’ stato quindi notato un aumento di casi durante gli Europei, con una maggiore prevalenza al Nord e tra le donne di età superiore a 60 anni. Quali sono quindi le strategie per proteggere il cuore dei tifosi? Evitare sedentarietà, fumo e alimentazione scorretta durante le competizioni. Allo stesso tempo, per le squadre che come l’Italia non si sono qualificate al Mondiale, la Coppa del Mondo può al contrario rappresentare un’occasione positiva di socialità che può alleviare i rischi legati allo stress e alla solitudine dei tre anni di pandemia.

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