Resterà una partita a scacchi sopra una valigia di Louis Vuitton il capitolo qatariota dell’eterno confronto tra Leo Messi e Cristiano Ronaldo. La Pulce va in semifinale mondiale, CR7 no in quello che è il momento più difficile della sua leggendaria carriera. Mai è stato così solo, abbandonato da una parte dello spogliatoio, dal suo Ct, dai suoi tifosi, dal suo club. Relegato in panchina anche contro il Marocco, chiamato a risolvere problemi nella ripresa, ma con poco tempo a disposizione e con pochi spazi contro una Nazionale – quella di Regragui – che continua a scrivere pagine di storia. Il Marocco è la prima selezione africana ad arrivare in semifinale mondiale. Lui, Cristiano Ronaldo, se ne va con due record: quello di primatista di presenze con una nazionale e come unico giocatore con almeno un gol in cinque Mondiali. Non basta contro il Marocco che continua a fare vittime illustri: Belgio, Spagna, Portogallo. Merito di una squadra che sa far fronte agli infortuni (Mazraoui, Aguerd, poi Saiss in corso d’opera) grazie ad uno stile di gioco consolidato. E di Regragui che sembra Ct da 20 anni, quando in realtà lo è da quattro mesi. Da agosto il Ct classe 1975 – il primo africano a raggiungere un quarto e una semifinale mondiale – è riuscito a dare mentalità e gioco, sfruttando le star (Hakimi, Ziyech), ma riuscendo a far emergere anche gli insospettabili Amrabat, Ounahi, Aguerd, Saiss. Nel quarto di finale Cristiano Ronaldo è ancora fuori. Paga quel labiale offensivo nei confronti di Santos contro la Corea e la tripletta dell’illusione di Goncalo Ramos contro la Svizzera. Contro il Marocco l’attaccante del Benfica – che aveva 3 anni quando CR7 segnò il suo primo gol in nazionale – si sgretola lentamente, sprecando occasioni e rimanendo chiuso nella morsa di Saiss e di El Yamiq.
Al 31′ ci prova Joao Felix, altro epurato, ma ancora sotto contratto con l’Atletico Madrid. La sua conclusione di esterno alla Quaresma è sporcata e per poco non si infila sotto l’incrocio. Il Marocco, solido e ordinato, la sblocca con l’Abc. Cross dalla sinistra di Attiat-Allah, Diogo Costa va a vuoto, En Nesyri no e di testa fa 1-0. Senza CR7, la veste del trascinatore prova ad indossarla Bruno Fernandes che da posizione impossibile calcia e trova la traversa. Al 51′ Santos decide di cambiare. Dentro Cristiano Ronaldo per Ruben Neves, con Goncalo Ramos che resta in campo e al 57′ sfiora il gol con un colpo di testa a botta sicura. Quattro minuti più tardi Bruno Fernandes pericoloso: conclusione dal limite e palla alta di pochissimo. L’ultima giocata da fuoriclasse è di Bounou: conclusione immediata di Joao Felix e parata d’istinto del portierone. L’estremo difensore salva anche su Ronaldo sul tiro di prima intenzione e tira un sospiro di sollievo sul colpo di testa di Pepe da buona posizione. CR7 è eliminato ed esce tra le lacrime come nel 2006. Svincolato e senza spunti, mai così fuori dal gioco e per la prima volta in discussione col Portogallo. L’addio all’Europa rischia di essere un incubo. Il Marocco invece regala un sogno all’Africa intera. Un record storico che premia Ziyech e compagni che si affacciano alla semifinale mondiale, dove Drogba, Roger Milla, Asamoah ed Eto’o non sono mai arrivati. Nella bolgia rossa di Doha – sempre più simile a Rabat – tutto diventa possibile.