Il tennis femminile italiano è nel pieno di un ricambio generazionale e, dopo un’era di vittorie magnifiche, adesso è tempo di attendere una nuova campionessa. Oltre le giovani già affermate, tra le quali Elisabetta Cocciaretto stabilmente in top 100 dopo vari problemi fisici, è importante provare a programmare l’imminente avvenire delle giocatrici nostrane nel circuito Wta, in ottica 2023.
Lucrezia Stefanini, classe 1998, sembrerebbe già pronta al grande salto e, peraltro, matura abbastanza per divenire una giocatrice costante tra le grandi. L’azzurra colpisce la pallina con una presa bimane che copre entrambi i colpi, utile per conferire potenza ai colpi, specialmente su superfici rapide; la sua buona costanza da fondo e la discreta varietà di soluzioni offensive la rendono tra i prospetti più interessanti del parco atlete italiane; attualmente alla posizione 142, Stefanini può puntare senza remore alla top 100.
Attualmente lontana dallo scopo sopra indicato è Nuria Brancaccio (267 Wta), sorella di Raul, anch’egli tennista. La campana si è messa in mostra nel circuito Itf con buoni risultati e, considerando la sua annata, 2000, la ’23 sembrerebbe la stagione giusta per la sua definitiva esplosione nel circuito. Brancaccio può essere una spina nel fianco per molte avversarie, anche insinuandosi tra i tornei del circuito maggiore; la sua credibilità a questi livelli è già stata accennata ai Giochi del Mediterraneo. In quel di Orano, infatti, la tennista di Torre del Greco ha centrato una medaglia d’argento in singolare e una di bronzo in doppio al fianco di Aurora Zantedeschi: è il momento di accelerare.
LE STELLINE
Tra le attesissime vi sono certamente Matilde Paoletti e Lisa Pigato, entrambe 2003 e rispettivamente 299 e 395 al mondo. La crescita della perugina, già in evidenza nel giugno del 2020 a Palermo in un confronto alla pari con l’affermata Jasmine Paolini, si è arrestata per via di una serie di vicissitudini extra-campo, in breve tempo (relativamente) però risolte. Paoletti è ripartita con lodevoli risultati e ha mostrato al mondo le sue potenzialità, tra Bari, Parma e Itf vari, sebbene l’ora della sua consacrazione non sia ancora giunta; l’altezza non rende la perugina una big server, sebbene i significativi colpi da fondocampo la rendano un assoluto diamante tra le giovani promesse del tennis italiano.
Differente il tennis di Pigato, meno “contemporaneo”, più tattico, articolato e strategicamente di rilievo; il suo trionfo in doppio al Roland Garros 2020, a livello junior, avrà certamente inorgoglito il padre Ugo, anch’egli in passato tennista. I tifosi del nostro tennis, adesso, però, tendono legittimamente ad aspettarsi di più dal talentino in grande crescita della giovanissima azzurra. Tra il doppio e il singolare, il momento di Pigato sembra vicino al concretizzarsi: bisogna prima trovare un’identità nel complesso mondo del tennis dei grandi, per poi mostrarla al mondo intero…il talento non manca.
Più indietro nel percorso Melania Delai, classe 2002, la quale aveva bruciato le tappe ai tempi del circuito junior e attende di potersi imporre anche tra le grandi. La tennista di Jesolo, attualmente 626 al mondo, è consapevole di poter chiedere di più al proprio tennis aggressivo e, nelle intenzioni, concreto; dei risultati positivi possono certamente aiutare Delai a progredire, scalando una classifica che attualmente non rispecchia il suo valore.