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Il Brasile vince per Pelè, Neymar a -1 da O’Rey. Corea travolta ai quarti

Brasile esultanza
Brasile esultanza - Foto LiveMedia/Jean Catuffe/DPPI

“Farò il tifo per voi dall’ospedale”, le parole che oggi Pelè ha affidato a chissà quale parente, amico o portavoce da una camera della clinica Einstein di San Paolo. E per un attimo, nel primo tempo di Brasile-Corea del Sud, O’Rey deve essersi sentito come nel Mondiale del 1962, quello che vinse senza giocare, con una Selecao spettacolare e trascinata dagli amici Garrincha e Vavà. Come in Cile, sessant’anni fa, l’affetto però è tutto per lui, ancor prima che per chi scende in campo. Ieri i tifosi della Torcida Jovem del Santos hanno circondato l’entrata dell’ospedale, con foto, volantini e un manifesto gigante del suo volto. Un calore che si è trascinato anche allo Stadium 974, dove la squadra ha reso omaggio al verdeoro più forte di sempre. Il Brasile travolge la Corea del Sud 4-1 con un primo tempo stellare e si qualifica ai quarti di finale contro la Croazia. La Selecao sembra un blocco compatto, si diverte, sa sfuggire anche alle polemiche (una bistecca d’oro da 300 euro consumata da alcuni giocatori è diventata un caso in patria) e soprattutto vince. Neymar torna, cancella l’incubo del 2014, segna ma nel complesso sembra uno dei tanti come nel Psg di Messi e Neymar. Merito di Vinicius che sotto porta è lucido come un veterano, di Richarlison che si conferma intoccabile in un reparto di fenomeni, di Paquetà tuttocampista, ma anche di Alisson che in un 4-0 riesce a prendersi la scena con tre parate decisive.

Per il vantaggio bisogna aspettare 7′: Raphinha crossa, la mancano tutti, non Vinicius che dall’altro lato stoppa con calma olimpica e trova l’unico angolo che nessun coreano può coprire. La Corea subisce il contraccolpo, Richarlison viene steso, dagli undici metri va Neymar che calcia un rigore stranissimo, centrale, debole, ma forte il giusto per spiazzare Kim. O’Ney è il terzo giocatore del Brasile a realizzare almeno un gol in tre Mondiali differenti dopo Pelé e Ronaldo.Al 29′ il tris. E il secondo gol più bello della campagna in Qatar lo firma lo stesso che ha realizzato il primo. Stavolta Richarlison non fa acrobazie, si limita a concludere a rete un’azione che lo ha visto agire da terzo uomo nello scambio offensivo inedito tutto di prima tra Marquinhos e Thiago Silva.

A firmare il poker ci pensa Paquetà che impreziosisce con un tiro al volo un cross di Vinicius. Nella ripresa la Corea si toglie la soddisfazione del gol – splendido – di Paik Seung-Ho, con un destro dalla distanza. Ma non basta in una partita mai in discussione dal balletto del Ct Tite sul 3-0. Ora la Croazia e nella serata dei sogni, c’è spazio anche per un tassello in più per due leggende del Brasile. Dani Alves, subentrato, sale a 126 presenze e consolida il secondo posto di apparizioni in verdeoro alle spalle di Cafu a 142. Neymar tocca quota 76 gol, ad una sola lunghezza da Pelè. Il primo, a 39 anni, non toccherà il primato. Per O’Ney invece è solo questione di tempo.

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