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Spagna, ci sei o ci fai? Scherza col fuoco e rischia di salutare i Mondiali: salvata dalla Germania

Luis Enrique Spagna
Luis Enrique - Foto LiveMedia/Sebastian El-saqqa/DPPI

Il 7-0 contro la Costa Rica era stato fuorviante? O forse ogni partita fa storia a sé e il Giappone ha meritato? O ancora, il retropensiero di molti, che lasciamo da parte, è fondato? Domande che dopo la sconfitta di stasera lasciano il tempo che trovano in casa Spagna, alla quale se ne può porre un’altra, ben più centrata: ci sei, o ci fai? Il rischio di salutare stasera i Mondiali, infatti, è stato ben più che concreto, ed è arrivato un ko che può minare le certezze del gruppo di Luis Enrique, che oggi si è specchiato nel primo tempo con il demerito di tirare e segnare meno del previsto, e che poi nel secondo tempo si scioglie completamente sotto i colpi dei nipponici.

Per nulla un bel viatico per gli ottavi, che in fin dei conti sono conquistati – come seconda nel girone, evitando Croazia e potenzialmente Brasile, ma sfidando subito i dirimpettai del Marocco che vanno presi con le pinze – soltanto grazie alla Germania, che non vince con un punteggio tale da superare gli stessi spagnoli nella differenza reti (entrambe a quattro punti, scontro diretto in parità e allora pesano i diversi risultati ottenuti col Costa Rica, visto che tutte e due hanno perso 2-1 col Giappone), ma riesce quantomeno a ribaltare quello che a un certo punto era un clamoroso 2-1 per i centramericani che per pochi minuti sono stati qualificati insieme al Giappone eliminando Spagna e Germania.

Mica male per un Mondiale che secondo Luis Enrique sarebbe noioso. Di certo, non per la Spagna: un tourbillon di emozioni diverse, dal senso di dominio e di invincibilità dell’esordio con goleada, alla solidità del secondo match, fino alla grande paura e alla follia di stasera. L’unica buona notizia per gli iberici è quella di essere agli ottavi, nel modo più tortuoso e meno agevole, ma tant’è. Senza pensare alle teorie scandinave che tanto ricordano Euro 2004, è da applausi in modo incondizionato quanto fatto dal Giappone.

Anche perché, la rimonta con la Spagna fa il paio con quella con la Germania, e non può essere un caso. Moriyasu sa ribaltare le sue squadre come calzini tra primo e secondo tempo, e l’atteggiamento cambia da così a così. E’ così che si vince, non solo col gioco. Atteggiamento che ha mostrato, misto a orgoglio, anche una Costa Rica arrivata a lambire per qualche minuto il più clamoroso dei sogni, quello più recondito vista la situazione prima dell’ultima giornata: è anche così che una sconfitta può diventare una vittoria.

E viceversa, perché la Germania per il secondo Mondiale di fila è fuori ai gironi. Sembra un po’ la parabola dell’Italia, due eliminazioni di fila dopo i Mondiali vinti, poi gli azzurri sono riusciti a mancare per due edizioni consecutive, un tunnel nel quale i tedeschi sperano di non infilarsi. Con o senza Flick? Difficile dare un giudizio, perché i punti sono quelli della Spagna e solo i gol segnati condannano la sua nazionale. I talenti giovani ci sono, il movimento è serio: dopo aver toccato il punto più basso, il compito è risalire in fretta.

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