In sella alla sua bici sta raccontando il Mondiale da un altro punto di vista e sempre in modo trasversale e con un approccio sincero e unico, dal ricordo della figlia morta alla recentissima frase sulla noia: “E’ un Mondiale noioso, le squadre attaccano solo quando hanno subito gol”. Luis Enrique è il ct della Spagna, ma è anche un uomo che ama il calcio, e che forse non si trova del tutto a proprio agio ai Mondiali in Qatar. La sua Spagna, invece, di sicuro sta dimostrando di trovarsi a meraviglia in un girone che fin qui comanda con la vittoria sfavillante dell’esordio, il roboante 7-0 alla Costa Rica, che di fatto ha messo al sicuro o quasi la qualificazione agli ottavi.
Nascosta nei mesi di avvicinamento, esplosa alla prima giornata. Da un eccesso a un eccesso, forse, perché la Germania ha poi inchiodato sul pari, giusto, la super sfida di pochi giorni fa. E dunque, c’è ancora da conquistarsi la qualificazione, che è sì a portata di mano, ma incredibilmente non scontata. E’ chiaro che basterà il pareggio e che probabilmente regalerà anche il primo posto nel girone (che poi non sarà un grande affare visto che potrebbe essere una tra Croazia e Belgio la rivale), ma in caso di sconfitta contro il Giappone e di contemporanea vittoria del Costa Rica (o vittoria della Germania con un larghissimo margine), tutti i bei discorsi andrebbero a farsi benedire.
Appare comunque assai complicato che possano verificarsi questi due avvenimenti tutti insieme, con tutto il rispetto per le due matricole del girone. Soprattutto del Giappone, che si è fatto sorprendere dal Costa Rica ma a sua volta aveva battuto la Germania, e dunque sa come si fa a fermare le grandi. Con abnegazione, sacrificio, rigore tattico, un po’ di qualità lì davanti a sopperire a mancanze quali i centimetri e l’estro. Il pronostico sembra comunque chiuso per i nipponici, che per non fare completamente harakiri possono confidare in un pareggio: non ci sarebbe il destino nelle proprie mani, ma si potrà pregare affinché arrivino buone notizie dall’altra parte di Doha. Ma di contro, c’è la Spagna che ha una missione: rendere a Luis Enrique meno noioso questo Mondiale.