Non esiste popolo più ottimista di quello brasiliano quando si parla di calcio. Anche per questo Galvão Bueno, leggenda del giornalismo verdeoro, prova ad aggrapparsi alla storia alla vigilia di Brasile-Svizzera, la prima gara in Qatar della Selecao senza Neymar. Lo spettro dell’infortunio aleggia sopra O’Ney come nel 2014. Tite rassicura (“Il suo Mondiale non è finito”), ma il tempo stringe e la caviglia fa ancora male. Contro la Svizzera non ci sarà e sarà assente per l’intera fase a gironi. Come Pelè nel 1962, dice Bueno. Già, ma quel Brasile aveva Garrincha, trascinatore fino al successo. E allora chi sarà il Garrincha del Brasile in Qatar? Casting aperto, ma col fantasma del torneo brasiliano di otto anni fa che non smette di affacciarsi sul Mondiale qatariota degli uomini di Tite. Neymar si fece male nel Mondiale casalingo e a sostituirlo furono Hulk e Fred. Finì malissimo con un clamoroso 7-1 contro la Germania. Rispetto al debutto con la Serbia, la novità sarà Rodrygo insieme a Vinicius, Raphinha e Richarlison, mentre Paquetà farà gioco nella linea a due con Casemiro chiamato a coprire km di campo.
Tutti gli occhi sono puntati su Richarlison, autore di una doppietta decisiva all’esordio. Con due gol, ha riscattato una prova fino a quel momento opaca e anonima. Sono 19 i gol in 39 presenze per l’attaccante del Tottenham. Numeri importanti per un 25enne se si pensa che la top 10 è lì a 13 gol di distanza. Nove gol Richarlison li ha fatti nel 2022 e non sembra volersi fermare. Jairzinho, Ronaldinho, Ademir e Tostão sono lì che aspettano a quota 32 e 33. Poi nei primi posti i miti, forse irraggiungibili. Neymar a 75 e Pelè a 77. Due lunghezze dal mito per O’Ney che sognava il Qatar per firmare il record della storia. Per ora deve aspettare, in quello che può essere l’ultimo Mondiale. Tocca ai Garrincha. O ai Fred.