“La mia telecronaca piace ed esplode sui social? Sono onorato. Non sapevo come si facesse, non ho una preparazione in tal senso e quando la Rai mi ha chiesto, con mio grande orgoglio, di fare il Mondiale, la mia prima risposta è stata ‘non sono in grado’. Faccio tutto in modo spontaneo, sono semplicemente innamorato di questo sport”. In un’intervista esclusiva all’Adnkronos, Andrea Stramaccioni, protagonista ai Mondiali come telecronista tecnico al fianco di Dario Di Gennaro per le partite trasmesse sulla Rai, ha parlato del suo nuovo ruolo come commentatore in Qatar: “Come faccio? Sinceramente non ne ho idea, non ho nessun tipo di preparazione. Onestamente pensavo che volessero un coinvolgimento in studio, quando mi hanno detto che intendevano 90 minuti di telecronaca sono rimasto di stucco. A volte mi lascio trasportare, io vedo la partita e la racconto cercando di trasmettere quello che vedo. Penso che questo sia il bello dello sport, cercare di proiettare e trasmettere al tifoso quello che sento io sul campo. Mi diverto io e voglio che si divertano anche loro”.
Cosa è più difficile da trasmettere a chi segue la partita in tv? Stramaccioni non ha dubbi: “Il fatto che qui ci sono 32 squadre in una città molto più piccola della mia Roma. Questa cosa a me colpisce tantissimo, 32 centri di allenamento, decine e decine di campi, organizzazione pazzesca. E poi 32 tifoserie, 32 rappresentanti di culture, religioni, messi insieme nello spirito del Mondiale. E’ una cosa unica, lo dico prima di tutto da tifoso”.