Serie A

Milan, Donnarumma: “Sono legato a questa squadra. La mia volontà è chiara a tutti”

Gianluigi Donnarumma - Milan 2015/16

Gianluigi ‘Gigio’ Donnarumma ha rilasciato una lunga intervista al periodico GQ raccontando di sè, della sua infanzia, del presente e del suo futuro.

Un giocatore precoce fin da bambino: “Paravo dei tiri che un bimbo della mia età non avrebbe dovuto parare. Sul momento non me ne rendevo conto: mi tuffavo anche se la palla era molto angolata, la pigliavo o la deviavo in angolo, tornavo subito in piedi. Ecco, era lì che alzavo lo squadro su compagni ed avversari, per scoprire che avevano tutti gli occhi sgranati”. Stupore che ancora adesso riesce a strappare grazie alle sue prestazioni.

Il primo incontro con il calcio è stato con il Club Napoli: “La prima volta avevo 4 anni, mi ci aveva portato lo zio Enrico, che purtroppo se ne è andato troppo presto. Poi cominciò ad accompagnarmi mia madre – sono molto mammone – e per quanto le categorie crescessero in fretta, per un bel pezzo pretesi di averla dietro alla porta perché altrimenti mi mettevo a piangere. Credo che la situazione avesse del grottesco: questo ragazzo grande e grosso – ero fuori scale già da bambino – che lasciava increduli gli attaccanti avversari per quante ne parava ma che appena la mamma spariva per un caffè scoppiava in lacrime”.

Un po’ di strada il ragazzino di Castellammare di Stabia l’ha fatta ed è arrivato al Milan con il quale ha esordito in Serie A, con Sinisa Mihajlović che gli ha dato fiducia, preferendolo ad un portiere esperto come Diego Lopez: “Io ero molto imbarazzato. Voglio dire: quando il tecnico mi anticipò questa cosa del debutto sentii montare l’entusiasmo, chiamai subito casa perché volevo papa e mamma allo stadio, li volevo assolutamente a San Siro. Poi, però si trattò di entrare nello spogliatoio con tutti i compagni che mi facevano i complimenti, mi davano pacche sulle spalle, mi rassicuravano.  E io aspettavo di incrociare lo sguardo di Diego, che mi aveva sempre trattato bene e adesso finiva in panchina perché ero stato promosso io. L’imbarazzo è stato risolto da lui, al momento di entrare in campo, quando ci siamo allineati nel tunnel. Prima di precedermi per andare in panchina è venuto ad abbracciarmi e mi ha detto all’orecchio “fai vedere di cosa sei capace e li conquisterai tutti, io lo so”. Un grande momento di empatia”.

Tecnico serbo che poi è stato prezioso anche il giorno dopo l’esordio in cui il Milan vinse contro il Sassuolo ma in cui Donnarumma aveva subito gol da Berardi su punizione, Mihajlović fece vedere al giovane portiere il video di una sua punizione contro Toldo e poi lo tranquillizzò dicendo: “Quando le sai tirare…”

In Nazionale c’è stato l’incontro con Gianluigi Buffon: “Buffon è un mito, il classico tipo che riesce a farsi voler bene da tutti. Scherza, tiene su l’ambiente, a me ha dato un sacco di consigli. Quando ci alleniamo insieme cerco di rubargli il mestiere perché tecnicamente è ancora fantastico. Chi pensa che giochi perché si chiama Buffon non ha capito niente”. 

Altro capitolo dedicato al rigore al 94′ assegnato alla Juve nella sfida che il Milan ha giocato allo Stadium a Torino: “Mezz’ora dopo la fine della partita Paulo è venuto a cercarmi nello spogliatoio, si è avvicinato, mi ha dato il cinque e ha detto “ora stiamo uno a uno”. Segno che il rigore di Doha non gli era andato giù, almeno fino a quella sera”.

La partita di Doha è stata una soddisfazione incredibile per Donnarumma: “Per me è stato il momento perfetto della mia vita fin qui. Vincere la Supercoppa con la maglia del Milan, che è da sempre la mia squadra del cuore, ha avuto un significato profondissimo. Ho abbracciato tutti i miei compagni, cosa che ho fatto anche dopo la qualificazione all’Europa League, perché mi entusiasma giocare in Europa. Sarà una grande occasione di crescita, quella che ci voleva per me”.

Ultime parole sul rinnovo con la squadra rossonera e sulle tante parole fatte in merito negli ultimi tempi: “Io sono molto legato al Milan. E sono sereno perché tutte le parti di questa trattativa conoscono la mia volontà. Ho scelto il procuratore migliore, con Mino ed Enzo Raiola formiamo una squadra. I dirigenti del Milan sono nuovi, ci si deve conoscere, la mia priorità è nota ma è giusto che i miei interessi vengano rappresentati al meglio”. Ora che lascerà il convitto del Milan, Gigio è alla ricerca di un posto dove stare: “Emozionato ma mi sento pronto e sto cercando un appartamento grande, dove ci sia spazio per tutti i miei cari, e siccome il centro di Milano è bellissimo lo cerco lì“.

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