“L’anno scorso, dopo che mi sono fatto male a Torino, mi sono ricordato di quanto mi sia dispiaciuto non aver potuto giocare contro gli Stati Uniti. Quella volta le partite me le sono guardate da casa, ma mi ricordo che soffrivo troppo dal divano. Allora ho pensato che se malauguratamente mi fosse capitata una cosa del genere un’altra volta, mi sarebbe piaciuto stare assieme ai ragazzi”. Lo ha detto Matteo Berrettini in un’intervista durante le Finals di Coppa Davis a Malaga, che per il momento l’azzurro sembra non giocare per i postumi di un infortunio: “Devo dire che è stata dura però dopo Napoli ero fiducioso; pensavo di saltare Vienna e poi di recuperare per Bercy e la Davis. Purtroppo il recupero andava a rilento e quando ho capito che non c’era niente da fare ho sentito il dovere di comunicare la mia impossibilità a partecipare. E’ stata una bella botta, ma era la cosa giusta. Ho chiesto a Volandri se potevo aggregarmi, ed lui mi ha accolto a braccia aperte. Ho preso il primo volo che ho trovato per Malaga da Roma ed eccomi qua”.
Ora testa al Canada: “Ieri con gli USA abbiamo dimostrato di essere più squadra. Non importa la classifica, la stanchezza. In campo i ragazzi hanno messo il cuore, al di là della tattica e della tecnica. Sonego ieri ha dimostrato tutto quello che può fare. E Musetti ha fatto una gran partita con Fritz. Con il Canada sarà una sfida difficile. Partono favoriti e sarà complicato, ma noi siamo pronti. Io mi sento come un leone in gabbia però sono contento di stare qua. Ovviamente io vorrei giocare in tutti i modi, anche su una gamba sola, ma per me l’importante è cercare di dare il mio contributo in tutti i modi. E questa è una cosa che mi porto dietro dai tempi della Serie C”.