Il Qatar resta a secco. Non di gol, quantomeno, perché Muntari sveglia dal torpore e dallo sconforto i tifosi allo stadio di Doha, ma arriva ancora una sconfitta per i padroni di casa di questo Mondiale che di fatto è già finito. Non è ancora matematica l’eliminazione, ma in ogni caso appare improbabile che una squadra così sfilacciata e a tratti svogliata possa impensierire l’Olanda. E’ un passo avanti quello col Senegal rispetto al pessimo esordio con l’Ecuador, ma era impossibile fare peggio. Gli africani sono sul pezzo e azzannano a cavallo tra primo e secondo tempo, prima il trascinatore, il bomber Dia della Salernitana, quindi a inizio ripresa con Diedhiou.
Sembra chiusa, così non è, perché la squadra così criticata più per motivi extra-campo legati al loro paese, che per l’effettivo livello (comunque non eccelso per usare un eufemismo) comincia a trovare maggior coraggio e punte con Afif un paio di volte, prima del gol del subentrato Muntari con uno stacco perentorio. A quel punto, si risveglia l’entusiasmo dei tifosi che stavano persino abbandonando gli spalti sempre più vuoti, ma dopo appena sei minuti Dieng condanna il Qatar alla seconda sconfitta.
L’obiettivo a questo punto è quello di trovare punti con l’Olanda, consci che difficilmente si potranno giocare ulteriori partite nel “loro” Mondiale. Quantomeno, sono gli unici che potranno restare in zona, a differenza di altre quindici squadre che torneranno in patria. Forse brucia ancora di più così. Tra queste quindici non vuole invece figurare la squadra africana: questa vittoria è una boccata d’ossigeno importante dopo il ko un po’ immeritato dell’esordio, la certezza è che con una vittoria contro l’Ecuador all’ultima giornata arriveranno agli ottavi. Per raggiungerli, bisognerà forse serrare un po’ meglio la difesa, con Koulibaly un po’ troppo distratto oggi, e dare ancora fiducia ai propri attaccanti che oggi hanno ritrovato la vena.