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Luis Enrique fa la rivoluzione. Ma l’eterno Busquets insegue la storia nella Spagna dei debuttanti

Luis Enrique Spagna
Luis Enrique Spagna - Foto LiveMedia/Joaquin Corchero/DPPI

Sei uova, fagiolini, carote, patate dolci. Se sei il Ct dell Spagna, questo è il menu della vigilia dell’esordio Mondiale. Parola di Luis Enrique che a modo suo un Mondiale di calcio lo ha già rivoluzionato ancor prima di scendere in campo. La diretta Twitch del Ct della Roja è una seconda conferenza stampa, più diretta, senza filtri, in cui spazia tra gli argomenti, alleggerendo la tensione, creando però un clima di folgorante attesa. Tutti lo imiteranno in futuro, lui intanto si diverte. Una cosa è certa: l’attenzione (e la pressione) è tutta su di lui. Luis Enrique l’ha rubata a tutti. A Morata, criticatissimo in passato, ai debuttanti mondiali più attesi Pedri e Gavi, ma anche a Marcos Llorente e Rodri, chiamati ad occupare ogni ruolo dello scacchiere. Alla vigilia della partita contro la Costa Rica, il Ct della Spagna parla di tutto: formazione, Ronaldo, Messi, aneddoti, riti, ansie, ricordi personali, situazione in infermeria, persino di serie tv (“House of the Dragon l’ultima che ho visto”). Lucho si dice favorevole al tempo effettivo, promuove le parole di Collina, ma anche quelle di Mancini (“Come possono i campioni d’Europa non essere qualificati?”).

Ma c’è spazio anche per gli avvertimenti. Francia 1998 è lì nella memoria: “Partire con una sconfitta complica tutto”, dice, forse riferendosi con un po’ di tristezza nel cuore all’amico Messi. Avvisati gli undici della Roja (“Siamo rossi, dobbiamo giocare in rosso, troppe volte in bianco”). La formazione è quasi fatta, con l’unico dubbio Carvajal che non è al meglio. Al suo posto potrebbe toccare a Marcos Llorente, mentre Rodri dovrebbe agire nell’inedito ruolo di centrale di difesa con Laporte. A centrocampo si parla catalano. Busquets è il leader. Con un trionfo in finale il mediano del Barcellona diventerebbe il primo giocatore nella storia della Spagna a mettere in bacheca due mondiali. Tanto dipenderà dai suoi fratelli minori, Pedri e Gavi, pronti ad agire ai suoi lati. Davanti sulle fasce spazio a Sarabia e Ferran Torres. Poi il dubbio tra Morata e Dani Olmo al centro. Alla Spagna, rispetto alle altre big, manca una stella in attacco. Quel che non manca invece è l’entusiasmo. Venti dei ventisei convocati sono al debutto in un Mondiale. Nel torneo della svolta comunicativa, il futuro è già dietro l’angolo.

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