Due sconfitte consecutive, contro Olanda ed Egitto, con la ricaduta muscolare di Romelu Lukaku. Difficile avvicinarsi al Mondiale in un modo peggiore di quello che ha fatto il Belgio di Roberto Martinez. Alla partita contro il Canada – nel debutto del gruppo F – les Diables Rouges arrivano con lo spettro della terza sconfitta di fila che manca dal 2014. Numeri preoccupanti, che impongono un cambio di rotta immediato per un Ct che non può permettersi altri errori. A Martinez è stata affidata la migliore generazione della storia del Belgio, ma i trofei sono mancati. Solo i quarti di finale agli Europei e un bronzo mondiale come massimo traguardo al torneo iridato. Che questa sia la generazione d’oro del Belgio è riscontrabile sui numeri. Nel podio dei migliori marcatori di tutti i tempi della nazionale, i primi due sono giocatori della selezione attuale: Romelu Lukaku a 68, Eden Hazard a 33. Se Kevin de Bruyne è la certezza, loro sono le due incognite di una nazionale sulla carta fortissima, ma che sembra ancora avere un timore reverenziale di fronte alle altre big. Lukaku deve fare i conti con gli acciacchi, gli stessi che hanno condizionato la sua stagione nerazzurra. Hazard è ormai fuori dalle rotazioni del Real Madrid (3 le presenze in Liga) e il rapporto con Ancelotti è ai minimi termini (“Ci ho parlato 5 minuti da inizio stagione”). L’attaccante dell’Inter contro il Canada all’esordio sarà assente.
Tocca quindi a Batshuayi che tra nazionale e Fenerbahce in stagione è già a quota 11 gol. Solo panchina per Charles De Ketelaere, che al Milan fatica ma che rappresenta comunque l’elemento di spicco della nuova classe di giocatori. Il Belgio che verrà è promettente, ma non sembra all’altezza della generazione che è chiamata ad essere protagonista al suo ultimo mondiale. Seduto in panchina, in attesa del suo momento, c’è anche Dries Mertens, uno degli otto giocatori dell’attuale nazionale ad occupare la top 10 delle presenze con la maglia rossa. Con lui Vertonghen, Witsel, Alderweireld, Hazard, Lukaku, Courtois, De Bruyne. Gli unici ‘intrusi’ sono una bandiera come Jan Ceulemans e uno più attuale, Timmy Simons. Un primo passaggio di consegne comunque avrà luogo già in Qatar. In difesa Faes e Theate scalpitano e potrebbero partire dal 1′. Senza dimenticare Zeno Debast, classe 2003, accostato a Kompany dagli addetti ai lavori. Un occhio al futuro per vivere il Qatar senza la pressione del 2026.