Dopo il punto più basso, si può solo risalire. Il girone, però, è complicato, decisamente di più rispetto a quel 2018 in cui in Russia la Germania venne eliminata dopo le tre partite del suo gruppo in cui finì addirittura ultima. Fu un’onta clamorosa per gli all’epoca campioni del mondo, che confermarono così una maledizione che la Francia è pronta a spezzare. E soprattutto, fu l’inizio della fine per Low, che dopo gli Europei ha lasciato strada libera ad Hansi Flick, una Champions col Bayern prima di prendere per mano la nazionale tedesca a caccia del riscatto dopo anni difficili.
Il progetto è stato lanciato e i giovani brillano. Ecco la prova del nove però per i tantissimi talenti della Germania, che si affaccia al Mondiale in Qatar forse con meno riflettori del solito e uno status che è leggermente sotto ad altre rivali, e questo potrà far bene alla Mannschaft. Ma serve uno spirito battagliero fin da subito per non commettere gli errori di quattro anni fa, perché il girone è tutto fuorché agevole. C’è infatti da vincere contro il Giappone, è questo il primo ostacolo, ed è di quelli davvero insidiosi, ma i tre punti sono fondamentali perché la Spagna domenica va affrontata da una posizione non di subordine, e poi ci sarà la Costa Rica per giocarsi la qualificazione in caso di passo falso con gli iberici.
E’ per questo che i nipponici costituiscono già una sorta di dentro o fuori, e non faranno sconti. Una nazionale, quella del sol levante, senza grandi individualità, ma focalizzata nella compattezza del gruppo e nella capacità di fare fronte comune contro avversari anche più talentuosi. Difesa arcigna, ripartenze, soldatini in campo ma con sempre più estro rispetto ai decenni passati. C’è da vendicare gli ottavi del 2018 contro il Belgio, persi con grande sfortuna dopo una sfera epica. E dunque, quattro anni fa fu il Giappone a far meglio della Germania. Quest’anno?