Maxi Rodriguez si avvicina alla panchina, ha il sorriso del veterano, le telecamere indugiano su di un Maradona esultante sugli spalti. Leo Messi è lì che aspetta. Sta per debuttare in un Mondiale sul risultato di 4-0, l’avversario è la Serbia e Montenegro, che oggi sono due nazioni distinte e per questo offrono ancor di più la misura del tempo che è passato. Il primo pallone toccato è un dribbling riuscito, poi un appoggio sbagliato. C’è spazio per un assist a Crespo, poi Tevez gli spiana la strada per il primo gol al Mondiale. Chissà quante volte Leo Messi deve aver immaginato come sarà il suo ultimo sigillo in un torneo iridato. Nel 2010 il tracollo a Città del Capo contro la Germania, poi quattro anni più tardi la delusione brasiliana in finale contro le bestie nere tedesche. Nel 2018, agli ottavi, la stella di Mbappè eclissa quella della Pulce e moltiplica gli interrogativi. La quarta prima volta in un Mondiale scatta oggi in Qatar per l’unico calciatore ad aver vinto il Pallone d’oro per sette volte e per quattro edizioni consecutive. Il miglior marcatore di una nazionale sudamericana debutta in un Mondiale per l’ultima volta e lo fa contro l’Arabia Saudita. La nazionale di Renard ha superato la fase a gironi solo in una circostanza in cinque partecipazioni, e lo fece al suo debutto, ad USA 1994.
L’Argentina si presenta con due infortunati ‘italiani’ come Correa e Gonzalez, ma con i recuperi di altri due esponenti della Serie A, come Dybala e Di Maria. Gli occhi però sono tutti inevitabilmente puntati su Leo Messi. La Scaloneta, il progetto dell’ex Lazio e Atalanta Scaloni, sembra piacergli. Nelle ultime cinque partite Leo ha segnato 10 gol. L’Argentina è imbattuta da 36 partite e nel 2021 ha interrotto un digiuno di trofei che durava da 28 anni. La Copa America, il primo trofeo in nazionale di Messi, ha tolto un po’ di pressione, ma non cancella l’ambizione di chiudere col “sogno di una vita”. Anche perché dall’altro lato del tabellone Cristiano Ronaldo fa sul serio. Entrambi hanno vinto il titolo continentale con la rispettiva nazionale e sognano il trionfo mondiale a Doha. Prima dei sogni però c’è l’Arabia Saudita. E c’è da gestire il fisico di Messi. La caviglia appare gonfia e tutt’altro che in perfette condizioni. Lui tranquillizza: “Sto bene, sono pronto”, e intanto conferma: “Si tratta del mio ultimo mondiale”. Tradotto: gioco lo stesso. Anche col dolore, che rischia di essere l’avversario più difficile da dribblare nel Mondiale che vale l’Olimpo.