La nazionale italiana di pallanuoto maschile strappa il pass per Rio 2016 con enorme sofferenza, grazie al gol mortifero (per gli avversari rumeni) di Figioli a 7 secondi dalla fine. Italia batte Romania 8 a 7 (Per rivivere l’emozionante match di ieri clicca qui), anche se all’inizio poteva sembrare molto più semplice il percorso di avvicinamento all’Olimpiade brasiliana. Deus ex machina del progetto tecnico è ovviamente il commissario tecnico Sandro Campagna, che all’indomani del match decisivo vinto dal Settebello racconta sulle pagine di Repubblica la genesi della sua creatura.
“Sette anni fa mi presentai in federazione e il presidente, dopo avermi ascoltato – racconta il ct siciliano – mi chiese un progetto e così passai l’estate a scrivere. Tornai dal presidente con un plico di fogli che non finiva più. In quegli anni nel nostro campionato abbondavano i naturalizzati, giocatori stranieri che sposavano donne italiane, mentre i nostri erano poco utilizzati nei momenti decisivi. Così, abbiamo deciso di mettere dei paletti, perché se non hai giocatori devi crearli: ogni club ora è tenuto ad avere sempre 4 italiani e se entra un extracomunitario ne esce un altro. Un altro aspetto molto importante è stato il potenziamento del campionato Under 17, per quella che è l’età chiave per fare il salto di qualità“.
“Sarebbe auspicabile anche nel calcio un modello simile? Questi paletti nel calcio sono impossibili – spiega Sandro Campagna – La dimensione economica tra i due sport è agli antipodi. Di sicuro un ottimo esempio è quelle del Club Italia della pallavolo femminile, con giocatrici in età scolastica che si preparano all’agonismo in un campionato vero: se avessimo i Giochi del 2024 , con tutte le nazionali qualificate, dovremo inventarci qualcosa di simile. Dove mi vedo io nel 2024? Mi piacerebbe un terzo percorso (dopo quello di giocatore e allenatore) da dirigente o manager. Non dovesse capitare sederò su qualche altra panchina per insegnare ai ragazzi questo splendido sport“, conclude l’allenatore del Settebello.