E’ arrivato il gran giorno che da queste parti si aspettava da ormai cinque anni buoni, quello del ritorno in una fase a gironi delle coppe europee della Fiorentina, che dopo la grande stagione scorsa, con Italiano che ha subito dato la sferzata che ci voleva a questo ambiente caduto in depressione, è passata attraverso le forche caudine del Twente, uscendone indenne, ed è pronta al debutto in Conference League, che non sarà la Champions e nemmeno l’Europa, ma resta una coppa alla quale portare rispetto, anche in virtù del fatto che l’Italia è campione in carica e che i viola possono persino pensare di bissare.
C’è però da dimenticare i bei pareggi con Napoli e Juventus, anche perché in campionato si è vinto solo all’esordio, e focalizzarsi sui rivali che al Franchi arrivano fin dalla Lettonia. Bisogna mettersi subito in riga contro il Riga, con la r maiuscola, e con una sigla che sembra quella delle ferrovie. Ma non si tratta di una squadra materasso, anche se non ha grandi individualità e punterà probabilmente a difendersi. A rendere più arduo il compito dei toscani, però, c’è il fatto che sono tante le assenze per Italiano, c’è Nico Gonzalez che ancora non è disponibile, ci sono Milenkovic e Duncan out e il lungodegente Castrovilli ai box. Ma ecco che davanti c’è spazio per Cabral, che prenderà il posto di Jovic cercando un gol stagionale, quindi sugli esterni Sottil e Ikone sembrano i favoriti. Barak potrebbe giocare ancora, in difesa spazio a Ranieri come annunciato dal tecnico in conferenza a far coppia con Martinez Quarta, anche perché Igor è squalificato. Mandragora sarà il regista, in porta ci va Gollini in un ballottaggio ancora incerto per il proseguo della stagione. Sarà comunque un undici titolare storico al Franchi, ma per rendere la serata (tardo pomeriggio) del grande ritorno in Europa indimenticabile serve una vittoria, e col Riga si può, senza però sottovalutare nessuno.