Serena Williams è in crisi? Dopo quasi un terzo di stagione, la domanda è più che lecita. La tennista americana, quest’anno, ha giocato tre tornei: Australian Open, Indian Wells e Miami. Nel primo è uscita sconfitta in finale – a sorpresa – contro Angelique Kerber. Nel secondo, dove mancava all’appello da ben 15 anni, ha perso sempre in finale contro una ritrovata Azarenka. Ed infine, la recente eliminazione agli ottavi di finale a Miami, dove la giocatrice di Saginaw ha trionfato ben otto volte in carriera.
Una partenza inusuale per colei che, oltre ad essere l’indiscussa dominatrice dell’ultimo decennio, è a detta di tanti, la più forte giocatrice della storia. Nell’ultima apparizione a Key Biscayne, Serena non è apparsa devastante come ci ha abituato negli anni passati. In realtà i primi segnali di cedimento si erano visti già agli Us Open 2015, quando fallì lo storico appuntamento con il Grande Slam, perdendo clamorosamente in semifinale (avanti di un set) contro Roberta Vinci. Ma le ragioni non sono da ricercare solamente nell’aspetto mentale, anche a livello fisico la Williams è apparsa più lenta nei movimenti, più appesantita. A tratti dà l’impressione che faccia fatica a stare in campo, specialmente quando è chiamata a verticalizzare il gioco.
La 34enne potrebbe aver accusato il colpo, e con l’età che avanza rischia seriamente di lasciare lo scettro. Victoria Azarenka ha già dimostrato di cosa è capace, e con la doppietta americana Indian Wells-Miami, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: la musica sta cambiando. Ora bisognerà vedere Serena come programmerà il resto della stagione, quali tornei sceglierà di giocare. Con una campionessa di questo calibro è meglio non sbilanciarsi, ma allo stesso tempo è giusto ipotizzare l’inizio di una crisi. La curiosità è forte: peserà più il calo fisico o quello mentale? La 21volte campionessa Slam, ci stupirà ancora?