E’ doppietta Ferrari nelle prove libere del Gp di Francia di F1, ma non è tutto oro quel che luccica. Leclerc nelle FP1, Sainz nelle FP2, con tanto di doppietta e rivali da mezzo secondo in giù, sembra un inizio meraviglioso di weekend al Paul Ricard, e infatti lo è, ma occhio a dare tutto per scontato. Intanto, perché con tutta probabilità lo spagnolo, che ha fatto registrare il crono più veloce di giornata durante le seconde libere, dovrà partire dal fondo della griglia perché cambierà power unit. Se non lo farà, perderà comunque dieci posizioni rispetto alle qualifiche e così sarà una gara tutta in rimonta.
Così, il monegasco dovrà lottare contro le due punte Red Bull, con Verstappen nervosissimo coi box (“ma volete farmi partire terzo o quarto?”) e Perez addirittura decimo al pomeriggio. C’è però il risvolto della medaglia: se il team austriaco fatica maledettamente nella simulazione delle qualifiche, ha sfoderato al contempo dei long run decisamente migliori rispetto al Cavallino. Ballano decimi importanti e il passo gara mostra che tra Red Bull e Ferrari la distanza è come non mai minima: la coperta è corta, e un vantaggio nelle qualifiche di certo non è equivalenza di una miglior prestazione in gara. Anzi, per quel che si è visto nel venerdì a Le Castellet, potrebbe essere l’esatto contrario.
Probabilmente, in casa Red Bull si è fatta una riflessione profonda sulla debacle austriaca, con la pessima gestione delle gomme in gara e un assetto forse troppo favorevole alla sprint e non finalizzato all’indomani. E’ così che in Francia si vuole guardare le cose da tutt’altra ottica: per vincere, serve differenziare il sabato dalla domenica, saper puntare ora su una configurazione, ora sull’altra. E occhio sempre alla Mercedes: sorniona nelle posizioni immediatamente dietro agli inarrivabili, pronta a sfruttare il primo errore dei competitor sulla maxi pista francese. E Hamilton, alla gara numero trecento, vuole lasciare il segno.