E’ una delusione grossa e va ancora metabolizzata, ma fa già male subito dopo il triplice fischio. L’Italia è fuori già ai gironi degli Europei femminili, senza vittorie all’attivo, subendo sette gol e segnandone soltanto due. E andando incontro a un fallimento tutto tranne che annunciato: si sperava e si pensava di poter arrivare almeno ai quarti di finale, come ai Mondiali 2019, invece come agli Europei 2017 siamo eliminate ai gironi, ma all’epoca il gruppo era di ferro e il nostro movimento non in crescita come in questi ultimi tempi.
Ma è vera crescita o sono solo slogan? Forse la verità sta nel mezzo. Metodi di lavoro, professionismo, cultura sportiva: in Italia siamo indietro, forse meno indietro rispetto ad altri tempi, ma c’è tanto da lavorare. Il tanto sbandierato professionismo per il momento è una conquista soltanto sulla carta, visto che dovrà ora riverberarsi anche sui risultati sportivi. C’è tempo, ma non troppo: fra un anno c’è il Mondiale, a settembre le partite decisive per la qualificazione.
Al di là della brutta sconfitta con la Francia, ma che ci poteva stare visto la forza delle avversarie, le prestazioni con Islanda e Belgio sono state un misto di sfortuna e brutte prestazioni. Troppo arrendevoli le azzurre, poco gioco e tante incomprensioni. Forse le aspettative erano troppo alte, ma di sicuro le azzurre c’hanno messo del loro: a livello psicologico è stato pagato il debutto horror con le transalpine, poi troppa fatica nel costruire occasioni, troppe volte il pallino concesso alle avversarie, e poi gol subiti in modo evitabile e un pizzico di cattiva sorte coi legni che gridano vendetta. Ma non ci sono scuse: l’approdo ai quarti era sia un obiettivo che un obbligo, andare fuori non ci consente di migliorare. Maschi e femmine, due delusioni pesanti in pochi mesi. Ora ripartire.