In Evidenza

Nations League, Mancini: “Testa stasera alla Germania, poi tireremo una riga”

Roberto Mancini
Roberto Mancini - Foto LiveMedia/Lisa Guglielmi

Ancora la Germania come avversaria per l’Italia di Roberto Mancini, che scenderà in campo questa sera a Mönchengladbach per la quarta giornata di Nations League. Il selezionatore azzurro in un’intervista concessa ai microfoni di Raisport ha prima parlato della partita di stasera: “L’Italia dovrà cercare di fare la sua partita come sempre prova a fare, essere più offensiva quando attacca, con più giocatori che vanno a chiudere l’azione, essere più aggressiva, e riuscire a pressare alta. Chiaro che non sarà semplice perché la Germania è una grandissima squadra.”

Dopodichè Mancini ha tracciato un primo, parziale, bilancio di questo nuovo ciclo: “Abbiamo ancora una partita stasera che non è semplice, dopo questa sicuramente potremo tirare una riga e capire quello che abbiamo fatto di buono, e fino ad oggi sono state tante cose, ed altre cose che possiamo migliorare” ha sottolineato Mancini. “Per un giovane arrivare in Nazionale senza aver fatto tanto nella propria carriera è un grande regalo. Adesso sta a loro riuscire a continuare a venire, confermarsi, sperando che giochino perché i ragazzi che sono con noi sono veramente bravi, e che possono avere un grande futuro. Dipenderà molto da loro. A volte per un ragazzo avere la fortuna di avere un allenatore che ti da’ una possibilità è enorme. La maglia della Nazionale deve essere un traguardo per tutti, le porte sono aperte a tutti i giocatori, quindi credo che sia veramente il massimo per un calciatore arrivare in Nazionale”.

Il ct della nazionale si è poi soffermato anche sui singoli, ed in particolar modo sulla vera rivelazione di queste settimane Wilfried Gnonto: “Quello che mi ha colpito di Gnonto è che è giovane ma fisicamente è molto forte e sa giocare, ha una logica nel giocare. Non è un ragazzino di 18 anni, sa già giocare a calcio e questo è importante. Erano già due anni che giocavo alla sua età perché ho avuto la fortuna di trovare un allenatore come Burgnich che rischiò su di me e quindi non finirò mai di ringraziarlo. In quegli anni lì non era semplice far giocare un ragazzo, io avevo 16 anni e mezzo quando mi mise in prima squadra. Qui ci sono ragazzi perbene, intelligenti, che oltre ad avere le qualità tecniche possono davvero creare un gruppo importante per il futuro. Per avere una squadra vincente bisogna avere giocatori bravi e forti tecnicamente, ma se poi hanno anche altre qualità credo che sia importante”.

SportFace