Ciclismo

Giro d’Italia 2022, il pagellone finale: Hindley fa la storia, Nibali ancora faro italiano ma i giovani ci sono

Jai Hindley
Jai Hindley - Foto LiveMedia/Silvia Colombo

Le pagelle finali del Giro d’Italia 2022, che si è chiuso oggi con la cronometro di Verona incoronando Jai Hindley. Il corridore della Bora-Hansgrohe è così diventato il primo australiano di sempre a vincere la corsa rosa, precedendo sul podio Richard Carapaz e Mikel Landa Meana. Quarto posto per un sempreverde Vincenzo Nibali, all’ultima apparizione al Giro prima del ritiro previsto a fine stagione. Andiamo però a dare i voti a tutti i protagonisti (e non) di queste tre settimane di corsa appena concluse.

Jai Hindley, voto 10 e lode

Semplicemente perfetto. Dai tempi di Cadel Evans l’Australia attendeva un grande campione per le corse a tappe e il 26enne di Perth, ma cresciuto ciclisticamente in Abruzzo, conferma che il secondo posto al Giro 2020 non era stato un caso. La sua prestazione sulla Marmolada alla penultima tappa è destinata a entrare negli annali. Supportato anche da una grande squadra, che ha visto in Buchmann, Kelderman, Kamna, Aleotti e tanti altri un gruppo in grado di tener testa a tutte le compagini presenti.

Richard Carapaz, voto 8

L’ecuadoregno sicuramente non sarà contento di aver mancato il bis al Giro, ma sicuramente la sua prestazione nel complesso è stata di alto livello. L’olimpionico di Tokyo ha corso da padrone, forse rischiando poco e alla fine rimanendo bruciato negli ultimi 3 km di salita della corsa rosa. Non un talento immenso, ma un grande lavoratore e campione ormai affermato.

Mikel Landa Meana, voto 7

Si conferma un incompiuto il basco della Bahrain Victorious, che aveva a disposizione una squadra di tutto rispetto con il fido Pello Bilbao alla fine quinto in classifica generale e un Poels sempre in grado di fare cose importanti in salita. Landa però ancora una volta nel momento decisivo non riesce a trovare l’affondo vincente per provare a riscrivere la sua storia. Torna sul podio al Giro dopo 7 anni, ma stavolta voleva di più.

Vincenzo Nibali, voto 8

A 37 anni suonati, lo Squalo morde ancora. Soffre sull’Etna, poi piano piano si riprende e a Torino fa sognare tutti. Poi anche qualche problema fisico lo frena nella terza settimana, storicamente punto di forza del siciliano. Lungo le tre settimane si prende continui applausi e ringraziamenti per una carriera destinata a finire al termine della stagione ma che è già Leggenda.

Domenico Pozzovivo, voto 7.5

Altra top-10 all’alba dei 40 anni. Il lucano per molti non sarebbe dovuto nemmeno tornare in sella, invece eccolo lì a promettere battaglia forse anche per il 2023. Un esempio per tutti di lavoro, dedizione, sacrificio e tanta, tantissima passione. Anche quest’anno non si è fatto mancare l’incidente-caduta di rito, per fortuna stavolta senza una delle tantissime fratture patite in carriera.

Alejandro Valverde, voto 5

Rispetto infinito per il 42enne Embatido, all’ultimo Giro e alle porte della top-10 finale. Lo spagnolo però si vede poco come tutta la Movistar, senza mai riuscire a lasciare la sua impronta in una tappa. Resta comunque un fuoriclasse assoluto che ha segnato un’epoca.

Joao Almeida, Romain Bardet e Miguel Angel Lopez, senza voto

Chi per Covid, chi per problemi fisici, ma nessuno di questi corridori ha potuto provare il proprio valore alla pari con gli altri capitani designati. Tanto rammarico soprattutto per Almeida, che senza il tampone positivo si sarebbe potuto giocare almeno il podio finale. A questa lista va aggiunto Simon Yates, che ha sì vinto due tappe ma non è riuscito a rimanere in corsa fino alla fine per le prime posizioni.

Mathieu Van der Poel, voto 8

Fuoriclasse totale, vince la prima tappa e si prende la maglia rosa. Poi attacca a ripetizione su ogni terreno, sempre pronto a regalare spettacolo. Già virali le sue “impennate” sul Mortirolo e sul Fedaia, personaggio davvero unico e di cui il ciclismo moderno ha disperato bisogno. A lui si affianca Biniam Girmay (voto 8), primo africano a vincere una tappa al Giro e potenziale contendente alla maglia ciclamino prima del pazzesco ritiro in seguito al “tappo-gate” della bottiglia di spumante. Il futuro è dalla loro, ci faranno divertire tanto.

Arnaud Demare, voto 8

Il francese fa quello per cui era venuto al Giro: vince tre tappe e supera le tre settimane portando a Verona la maglia ciclamino. Applausi per lui, miglior velocista per distacco, meno per chi il Giro tende a non finirlo: ogni riferimento a Caleb Ewan non è propriamente casuale, ma alla fine le scelte sono sempre legittime.

I giovani italiani, voto 8

Dainese, Oldani, Covi, Sobrero. Il nuovo che avanza, insieme a Ciccone che chiude il quintetto delle vittorie di tappa italiane a questo Giro. Il talento c’è, serve tempo per crescere ma i segnali sono incoraggianti soprattutto ora che l’eterno Nibali non è più tanto eterno.

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