“Caz**, fermati” in Spezia-Lazio, e poi le analisi schiette degli episodi di Sacchi con Medel in Juventus-Bologna, del litigio tra arbitro e Var in Venezia-Bologna e dell’errore in Torino-Inter sul rigore di Belotti. La tanto promessa trasparenza del nuovo corso dell’Aia comincia a dare i propri frutti e la conferenza stampa di fine stagione con il designatore Rocchi e il presidente Trentalange può soltanto far ben sperare in vista di un percorso futuro. Una conferenza in cui, oltre alla stampa, sono invitati anche i moviolisti, da Bergonzi a Marelli, un segnale di grande considerazione nei confronti di chi si occupa del mondo arbitrale.
Stavolta possiamo dirlo: brava Aia, bravi Rocchi e Trentalange. Perché seppur soltanto a fine campionato e non subito dopo le singole partite, questo tipo di comunicazione aiuta il movimento calcistico italiano ed è un grande segnale. Dissipa ogni dubbio, ogni illazione, mostra che all’interno della governance degli arbitri non si ritiene che ogni decisione presa sia sempre quella corretta. A costo di esporre al pubblico ludibrio il fischietto in questione, ma senza questo fine ovviamente, adesso l’Aia ha deciso di non nascondersi dietro un dito. Se c’è un errore, va chiarito. Se l’errore è inspiegabile, lo si dice. Senza cercare vie d’uscita fantasiose, chiedendo scusa ai club. Che a loro volta, in un percorso di crescita e di trasparenza, potrebbero anche provare ad abbassare un po’ i toni. E’ così che si può venire fuori da decenni in cui la classe arbitrale è stata sempre vista come il nemico che commette errori e poi non li spiega. Ecco, evitare gli errori non sarà mai possibile del tutto, nemmeno in epoca Var, ridurli sì. Di sicuro, adesso l’Aia li spiega, li analizza, non li mette sotto al tappeto come con Nicchi. E auspichiamo che sia solo l’inizio: sarebbe bello vedere gli arbitri in tv subito dopo le partite a spiegare gli episodi più controversi. Sarebbe un grande segnale, e chissà che gradualmente un giorno ci si possa arrivare.