È boom di Daspo. Il quotidiano ‘Il Tempo’ ha letto in anteprima i numeri di uno studio della Questura di Roma.
Augusto Parboni scrive: “L’anno scorso sono stati firmati 68 provvedimenti, tutt’ora in vigore. Nei primi tre mesi del 2016 il numero si è moltiplicato: i tifosi colpiti dal divieto di partecipazione sono 255. Tra questi, 82 sono tifosi laziali, 173 romanisti. Un aumento del 265% rispetto a un anno fa. Una percentuale altissima che fotografa l’impegno delle forze dell’ordine di evitare che ultràs violenti frequentino lo stadio”.
Sempre secondo Parboni c’è un altro aspetto da sottolineare: “…mentre aumentano le persone che non possono entrare negli stadi, allo stesso tempo gli impianti sono sempre più vuoti…Basta prendere in considerazione l’ultimo derby che si è svolto all’Olimpico. Sugli spalti c’erano appena 23.000 persone contro le 70.000 che potrebbe ospitare la struttura della Capitale….”
Come risolvere il problema? “Una risposta l’ha data il Questore di Roma, Nicolò D’Angelo, qualche giorno fa, in un’intervista proprio a ‘il Tempo’: “la situazione gestita da tempo dalle istituzioni può risolversi solo con la partecipazione positiva dei tifosi che vanno allo stadio. Noi non indietreggiamo ma siamo pronti a rivedere le nostre posizioni se i tifosi intraprendono un percorso di legalità e trasparenza”. La misura restrittiva del Daspo può durare da 1 a 5 anni, spesso chi è colpito da questo provvedimento deve recarsi negli uffici della polizia durante gli eventi sportivi vietati. A settembre 2015 il prefetto Gabrielli ha voluto introdurre le barriere interne alle curve.