Nella giornata di mercoledì 3 maggio Monchi ha partecipato alla sua prima conferenza stampa da nuovo direttore sportivo della Roma e ha toccato diversi temi riguardanti il suo lavoro in passato e rispetto a quello che sarà il futuro della società giallorossa.
Prima delle prime domande Gandini ha introdotto il nuovo membro della società dicendo: “È un grandissimo onore sedermi con questa persona di grandissimo spessore nel calcio mondiale. Ringrazio Pallotta che è stata la prima persona che ha voluto che ciò accadesse, si è adoperato personalmente per convincere Monchi. Ringrazio per la sua professionalità Ricky Massara che ha gestito molto bene questo periodo di interim, lavorerà con noi e con Monchi nelle prossime stagioni”.
Monchi inizia la sua dichiarazione parlando della scelta fatta lasciando il Siviglia trasferendosi a Roma: “Non mi considero il miglior direttore sportivo del mondo, mi considero fortunato per la carriera che sto facendo, ho dedicato molto tempo e molto sforzo. Avevo altre ambizioni, altre offerte è vero, ho lasciato Siviglia ed è stato difficile, ho avuto le idee chiare scegliendo la Roma, c’è un margine di crescita molto grande. Non ricominceremo da zero, Sabatini ha svolto un grande lavoro e anche Massara, ci sono enormi possibilità di crescita. Mi unisco al ringraziamento di Gandini, so che qui alla Roma avrò la possibilità di lavorare essendo me stesso, se la Roma si è interessata a me è perché sono Monchi”.
Importante raggiungere il secondo posto in classifica in campionato in vista della prossima stagione da cui il direttore sportivo potrà iniziare a lavorare a pieno regime: “È evidente che non avrò troppa influenza in questo finale di stagione, sono arrivato pensando già al futuro che al presente ma il nostro futuro dipende appunto dal presente. Ci giochiamo il secondo posto che vale l’accesso diretto alla Champions League, sono già a disposizione del gruppo, del club, dello staff tecnico. Mi sento parte integrante della Roma, sulla base del presente costruiremo il futuro”.
Idee chiare per Monchi anche per quanto riguarda il lavoro per colmare il gap con la Juventus: “Sono concentrato sul futuro e dove devo intervenire. Conosco il potenziale della Juventus, ma io sono ambizioso ma non significa vendere fumo. Non è facile colmare il gap ma non è impossibile, nella rosa attuale abbiamo ottimi argomenti per colmare questo divario ma dobbiamo lavorare, possiamo farlo sulla base di quello che abbiamo oggi”.
Ci sono delle analogie tra Roma e Siviglia? Come si cambia il DNA di una società? “Non ci sono segreti né formule magiche. Ogni club ha una propria fisionomia, mi hanno chiesto molte volte il mio segreto ma il mio segreto è il lavoro. I tifosi della Roma meritano che i loro sogni siano realizzati, dobbiamo però tutti andare nella stessa direzione, questo abbiamo fatto a Siviglia e sono sicuro che ci riusciremo anche qui. Noi vogliamo unire tutti, da Pallotta a Monchi a ogni singolo dipendente del club, è il primo passo per vincere”.
Parole anche per Spalletti, motivo in più che ha spinto lo spagnolo a scegliere la Roma: “La prima volta che sono stato contattato per venire alla Roma, ho ragionato e l’unica cosa complicata era lasciare Siviglia, c’erano diversi pro, tra cui Luciano Spalletti. Avevo voglia ed entusiasmo di lavorare con lui, cercherò di realizzare questa possibilità. Ora non dobbiamo distrarci, contano le ultime partite. Conservo la speranza che possa restare con noi, sono venuto qui anche per lui. Ci proverò” e per i contratti di De Rossi: “Per Daniele la voglia e l’interesse delle parti è reciproco, vogliamo continuare insieme e dobbiamo essere particolarmente imbranati per non trovare un accordo” e Totti: “C’é accordo con la società che questo sarebbe stato l’ultimo anno e poi partiva quello da dirigente. Francesco è la Roma, gli chiedo di essere vicino a me, anche apprendere l’1% che sa lui è tantissimo”.
“La Roma è una società ambiziosa, il denaro non è tutto sebbene aiuti. Noi dobbiamo conquistare il secondo posto per il prestigio che comporta, anche per attirare giocatori importanti. La preoccupazione maggiore non è il denaro ma per una questione di prestigio, ci rimboccheremo le mani e lavoreremo sodo” chiare quindi le basi su cui lavorare e quali saranno le strategie per il futuro secondo Monchi? “Il problema non è vendere ma è comprare male, noi lavoreremo per raggiungere questi successi. Crede che io sia venuto qui lasciando Siviglia per non vincere?”
E per quanto riguarda la squadra? “Non esistono incedibili ma solo giocatori più o meno importanti. Non è che la Roma dovrà venderli necessariamente, verranno valutate le offerte e poi si vedrà, non c’è nessun cartello appeso al collo con scritto ‘Si Vende’, semmai ‘Si Vince’. Io voglio comprare giocatori che siano bravi e abbiano fame di vincere, l’età non conta. Kessié è un ottimo calciatore che seguiamo e che già conoscevo, è una possibilità. Siamo solo agli albori, posso aggiungere ben poco”.