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Pattinaggio figura, Carolina e Michael: “Vi raccontiamo la nostra prima stagione insieme”

Carolina Peroni e Michael Khrastecky

Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”. E’ uno degli insegnamenti che ci ha lasciato Nelson Mandela ed è la frase che Carolina Peroni rilegge tutte le mattine non appena apre gli occhi, perché l’ha dipinta nella sua cameretta per ricordarsi che inseguire un sogno non è facile, ma non farlo è una vera follia, soprattutto se si è dotati anche di talento.

Il suo Carolina l’ha scoperto quando aveva sei anni e mamma Michela l’ha portata al palaghiaccio vicino casa a pattinare. La scintilla è scoccata subito, e per l’atleta bresciana, classe 2001, dopo 4 anni al fianco di Gloria Agogliati si sono spalancate le porte dell’Agorà Skating Team di Milano dove, per gareggiare al fianco di Alessio Galli, ha dovuto fare un impegnativo doppio salto di categoria, fino alla Junior. Poi, chiusa questa parentesi che agli Assoluti 2015 l’ha portata sul gradino più basso del podio, da un anno è in coppia con lo sloveno Michael Khràstecky e nella loro prima stagione insieme, nonostante i tanti problemi di una coppia in fase di formazione, si sono già affermati come vicecampioni nazionali di danza. Michael, sloveno di diciassette anni, pattina da quando ne aveva 7 e si è trasferito in Italia proprio per fare coppia con Carolina, trovando nei Portesi Peroni la sua seconda famiglia. Anche per lui un inizio in singolo e, due stagioni fa, il passaggio alla danza. L’anno prossimo, assecondando la decisione ISU dei ritmi latini, li vedremo nello short con chacha e samba, e nel libero sulle note de Il lago dei cigni, che Carolina sognava da ben tre anni. Ecco il loro bilancio della prima stagione insieme.

Carolina:E’ partita in modo un po’ rocambolesco, perché non eravamo sicuri di poter gareggiare a causa di problemi con la federazione slovena. Di conseguenza, i programmi non li abbiamo preparati con la minuziosità e la precisione che avrebbero meritato, soprattutto lo short. Il libero, invece, seppur non curato nei minimi dettagli, si è rivelato una meraviglia, mi piace molto la classica ed è stato bellissimo per me interpretarlo. Agli Assoluti di Egna ci ha frenato l’ansia della prima gara insieme, abbiamo fatto alcuni errori che potevano essere evitati, un lift nel libero e un set di twizzles nello short, ed è mancata anche un po’ di grinta, ma siamo stati comunque contenti del risultato e a gennaio, nella seconda gara insieme, è andata già meglio”.

Michael: “Per essere una coppia che pattina da poco insieme, abbiamo già ottenuto buoni risultati e siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi solo grazie alla nostra coesione, la determinazione e lo stesso modo di pensare. Siamo amici, ma quando entriamo in pista il nostro rapporto diventa una relazione sportiva costruttiva e questo ci permette di fare gli allenamenti in modo efficace. Ci siamo trovati subito in sintonia, quando ci siamo confrontati per la prima volta per capire le intenzioni l’uno dell’altro ci siamo accorti di avere mete e motivazioni identiche che ci spingevano, e ci spingono tutt’oggi, a dare il massimo”.

In generale è stata una stagione, quella sulla quale da poco è calato il sipario, che per Carolina ha fatto registrare problemi prevalentemente nelle trottole e nei twizzles, che lei non a caso definisce “il mio tallone di Achille, su cui lavorare ore e ore per acquisire sicurezza. ll sollevamento che abbiamo sbagliato agli Italiani – continua – era un esperimento per capire fino a che punto ci potevamo spingere, era di un livello superiore rispetto a quelli che siamo abituati a fare. Con Michael, infatti, siamo in una fase di studio e conoscenza, a dicembre lo abbiamo sbagliato ma piano piano lo stiamo consolidando”.

Sono veramente enormi i sacrifici che questi due giovanissimi fanno ogni giorno per riuscire a coniugare gli impegni scolastici con quelli sul ghiaccio, ecco perché l’importanza dei sogni e della passione. Allenamenti dalla domenica sera al giovedì pomeriggio, tra pista, danza e ginnastica, il venerdì e il sabato full immersion a scuola: lei al Liceo delle scienze umane a Desenzano, lui all’ultimo anno del Liceo scientifico di Ljubljana, e quindi alle prese con la Maturità. “Adoro questo indirizzo scolasticodice Carolinaperchè mi aiuta anche a capire i meccanismi psicologici che stanno dietro il mondo del pattinaggio e ad affrontare meglio le sessioni di allenamento. Da grande, infatti, mi piacerebbe tantissimo lavorare come psicologa sportiva per aiutare gli atleti a focalizzarsi sui propri obiettivi.  In alternativa, poiché l’altra mia grande passione è la moda, vorrei fare la stilista”.

Quando non abbiamo allenamenti e non posso tornare in Sloveniaspiega Michaelmi collego da casa con la scuola tutto il giorno. E’ molto impegnativo perché non mi permettono molte assenze e perché gli esami si avvicinano, ma l’anno prossimo probabilmente inizierò a frequentare l’università in Italia e tutto dovrebbe essere più semplice. Inoltre devo pensare al mantenimento della mia forma fisica, andando praticamente tutti i giorni in palestra, ripassare ciò che mi dicono gli insegnanti e rivedere i video per cercare di capire dove e come sia possibile migliorare”.

Carolina, Barbara Fusar Poli ti ha notata e ti ha voluta nella sua scuola. Da lì una grande crescita e subito risultati…

All’inizio è stato molto difficile perché ero davvero piccola e non riuscivo a conciliare tutti gli impegni, avevo appena iniziato le medie e non sopportavo i continui viaggi in auto da Brescia a Milano, poi mi sono abituata e adesso questa è la mia vita e mi piace tantissimo. Sono passata direttamente dai principianti agli juniores perché ho avuto l’occasione di pattinare con un ragazzo che aveva 18 anni quando io ne avevo 13. Davvero impensabile inizialmente per me che ero partita nel singolo e che dopo appena 3 mesi mi sono ritrovata in coppia per uno spettacolo di fine stagione. Tra l’altro non ero stata neanche scelta! E’ successo per caso, una ragazza si è ritirata e io mi sono proposta ma ho capito subito che la danza faceva per me più dell’artistico e non ho più smesso“.

Mi raccontate la scuola dell’Agorà?

Carolina: “E’ semplicemente fantastica, siamo un bel gruppo affiatato con insegnanti molto giovani e in sintonia con noi ragazzi. Amo stare qui, allenarmi come anche stare seduta al bar a scambiare quattro chiacchiere. Quando metto piede qui dentro sono felice, e se per qualche motivo sono costretta a stare ferma, dopo un po’ l’Agorà mi manca, fa parte di me. L’organizzazione è ottima, l’ambiente sereno, gli insegnanti hanno ognuno la propria specializzazione e ci aiutano a tirar fuori ciò che di più bello abbiamo“.

Michael: “All’Agorà mi trovo davvero bene e siamo in tanti gli stranieri che ci alleniamo qui. Gli insegnanti sono bravi tecnicamente e molto creativi con le loro coreografie. Ogni programma è come un progetto che viene costantemente sviluppato. Barbara è molto brava ad adattare i passi alla musica, Stefano Caruso e Marco Togni sono perfetti nel curare la parte tecnica e Corrado Giordani è un coreografo straordinario che fa diventare i nostri programmi dei veri balletti. E’ un bel team, completo e compatto“.

Carolina la parentesi con Alessio Galli perché si è interrotta e cosa ti ha lasciato?

Ci siamo separati nel febbraio di un anno fa, semplicemente perché ha 5 anni più di me e io non potevo fare un ulteriore salto di categoria, approdando già tra i senior. Ho avuto l’opportunità di fare delle prove con due partner e uno di questi era Michael, giunto appositamente dalla Slovenia dopo che la sua ex compagna si è dovuta fermare per un problema alla caviglia. Con lui c’è stato subito feeling ed è stato immediatamente la mia scelta, approvata anche dai miei insegnanti“.

Diventare la coppia di punta degli Juniores e vincere una medaglia alle Olimpiadi Invernali del 2022. L’ambizione e la sicurezza non vi mancano…

Carolina: “No, del resto per ora nella nostra vita c’è solo pattinaggio e queste due mete sono quelle principali. A me hanno sempre detto che ho l’atteggiamento giusto quando entro in pista, mi piace interpretare i ruoli, entrare nella musica e ‘stare al centro dell’attenzione’, nell’accezione positiva dell’espressione. Quando avevo “Il fantasma dell’opera”, ad esempio, ho visto tutto il film, per conoscere la storia, per capire la musica. Quando gareggi, i giudici ti guardano in viso e devono vedere che sei decisa in quello che fai. Puoi anche sbagliare un passo, ma devi trasmettere sicurezza e reagire subito“.

Adesso che la stagione è finita a cosa vi dedicherete?

Michael: “Inizieremo subito a montare alcune sequenza di passi o singoli elementi che in un secondo momento metteremo insieme, stiamo lavorando anche sulla qualità della pattinata per migliorare gli skating skills. In estate avremo solo due pause, poi intensificheremo tutto in vista degli stage all’estero che, per me e Carolina, saranno i primi insieme“.

Le passioni oltre il ghiaccio e il tempo libero con la famiglia…

Carolina: “Amo fare tante cose, anche se fuori dal ghiaccio resta poco. Il sabato sera esco con gli amici, ma non ne ho molti fuori dall’Agorà, il mio ambiente è qui perché tra pattinatori è più facile capirsi, abbiamo le stesse priorità. Ho una sorella di un anno più grande che si chiama Camilla, ed è lei è il mio contatto col mondo esterno al pattinaggio. Usciamo insieme, è la mia migliore amica e condivide con me la passione per lo sport, infatti fa equitazione da 13 anni. In generale, tutta la mia famiglia ama lo sport. Papà Nicola gioca a calcio, mamma fa pilates e yoga, e ama correre. La passione per il ghiaccio arriva da lei, che lo guardava in tv, mi ha portata a provare e mi ha subito appoggiata quando ho deciso che volevo imparare. I miei sono molto attenti a tutto quello che io e mia sorella facciamo, a loro devo tutto, sono sempre stati presenti. Sono il mio pilastro e decidono sempre il meglio per me“.

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