Reduce da quattro titoli ai campionati assoluti e soprattutto dalle due medaglie Olimpiche di Pechino, Francesca Lollobrigida ha fatto una graditissima visita alla sede del Comitato Provinciale di Roma dello CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale, ndr) della presidente Hernika Zecchetti. Il noto ente di promozione sportiva, riconosciuto dal Coni, ha contribuito ai primi passi della pattinatrice che ha iniziato da piccola tra le file dello CSEN Roma Pattinaggio, di cui il padre era presidente. Un incontro informale in un posto dove Francesca si sente a casa, come evidenziato dallo splendido rapporto con il presidente del Comitato Regionale Lazio Giampiero Cantarini. A margine della giornata, Lollobrigida ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sportface: “Mi sento alla grande. Il rientro da Pechino non è stato facile perché abbiamo dovuto fare tutto di corsa. Neanche il tempo di atterrare e abbiamo subito incontrato tanti giornalisti che ci hanno accolto, poi in quei giorni ho avuto anche l’onore di incontrare il sindaco di Roma e poi sono subito partita per i Campionati Italiani”.
Accolta da tanti volti amici, tra i presenti anche il fiduciario Coni al II Municipio Lorenzo D’Ilario, Francesca ha ricordato con entusiasmo i primi passi della sua carriera: “Lo CSEN Roma Pattinaggio è stata la mia prima società, è iniziato tutto da qui e dalle prime gare disputate a rotelle. Ogni volta che torno qui mi sento a casa”. Argento Olimpico nei 3000m e bronzo nella Mass Start, Lollobrigida ha naturalmente parlato dell’Olimpiade da poco conclusasi a Pechino: “Quest’anno è vero, ho fatto più gare, ma credetemi che la pressione si sente sempre e devo dire che mi ha anche aiutato. Avevo in mente di fare buoni piazzamenti su tutte le gare per poi toccare il culmine nella Mass Start. La medaglia alla prima gara mi ha aiutata sicuramente, poi in due delle gare intermedie mi sono piazzata vicina al podio e ho avuto una settimana per perfezionare la condizione. Nella Mass Start alla fine ho conquistato un bronzo che mi rende orgogliosa”. Tra le gioie di un’Olimpiade vissuta dall’inizio alla fine, Lollobrigida ha avuto l’onore di essere portabandiera nella cerimonia di chiusura: “Qualche giorno prima della gara conclusiva mi hanno comunicato che sarei stata portabandiera e questo mi ha dato ulteriori motivazioni per chiudere alla grande. Oltre che per la mia nazione, ho sventolato la bandiera per la mia disciplina e per la città di Roma. Una romana all’Olimpiade invernale fa sempre strano ed io penso che questo possa indurre tante persone a farsi domande sul mio percorso e su ciò che c’è dietro noi atleti olimpici”.
“Domenica 27 febbraio si sono conclusi i Campionati Italiani, ho partecipato a tutte le gare e ho fatto anche allenamento. Sono state tre giornate di fuoco in vista del Mondiale di Hamar – le parole di Francesca, in partenza per la Norvegia, ma allo stesso tempo pronta a programmare il prossimo quadriennio Olimpico -. Ovviamente sto già pensando a Milano Cortina, perché dopo un’Olimpiade si pensa subito a ciò che ci sarà nei quattro anni successivi. Avremo la fortuna di competere in casa e dietro di me per fortuna c’è uno staff che saprà aiutarmi nel gestire al meglio questo quadriennio”.
In un bellissimo clima di serenità, Francesca si è intrattenuta in una visita che precede la sua partenza per la Norvegia. Per il sistema CSEN la storia della campionessa romana è un’eccezione, ma non può che inorgoglire Giampiero Cantarini, presidente del Comitato Regionale Lazio: “Il nostro obiettivo è fare promozione sportiva, siamo a stretto contatto con le federazioni con le quali collaboriamo, ma a noi non capita spesso di avere atleti come Francesca che è cresciuta con noi e ha raggiunto traguardi sensazionali. Le federazioni a volte non possono inseguire tutti e noi possiamo fare da filtro dando loro del materiale umano ed aiutandoli a scoprire giovani con dei valori”. Una visita informale, ma anche un’occasione per conferire a Lollobrigida il diploma di benemerenza conferito dalla sede nazionale: “Il ritorno di Francesca ci fa molto piacere e dimostra il suo attaccamento all’ente. Ci sono tanti esempi e noi dobbiamo un riconoscimento a queste persone, ma allo stesso tempo la loro disponibilità va oltre un rapporto lavorativo e diventa questione di affetto e di piacere come in questa occasione”.
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