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Tennis, Djokovic: “Non ho bisogno del vaccino, non mi sento una minaccia per gli altri”

Novak Djokovic
Novak Djokovic - foto Ray Giubilo

Novak Djokovic torna a parlare a L’Equipe, per completare un percorso di pubbliche relazioni intrapreso dopo l’umiliazione dell’espulsione da no-vax dall’Australia e le polemiche che seguirono proprio un’altra intervista col giornale francese, fatta da positivo. Il tennista serbo, numero uno al mondo e simbolo sportivo (suo malgrado, ci tiene a ribadire) dell’antivaccinismo: “Sulla base di tutte le informazioni sul vaccino, ho deciso di non farmi vaccinare. Questa è la mia posizione. Cambierà o no? Non lo so, tutto sta cambiando abbastanza velocemente, lo si vede nelle decisioni di alcuni governi. In questo momento non sento di averne bisogno per proteggere il mio corpo e non mi sento una minaccia per gli altri. Che tu sia vaccinato o meno, puoi comunque trasmettere il virus. Questa è la mia posizione, per il resto la mia mente è completamente aperta. Tutto è possibile”.

Poi prosegue spiegando: “Il mio corpo è il mio strumento, la mia risorsa principale. Come atleta di punta, devo prendermene cura per essere competitivo e coerente. In tutti questi anni, ringrazio questo corpo per i miei successi, perché sono riuscito a riprendermi velocemente dopo tante partite difficili. Sono alla continua ricerca della perfezione, per migliorare le prestazioni, aumentare le capacità del mio organismo, essere più veloce, più duraturo, più dinamico, più flessibile, più agile. Ad esempio, dopo quella contro Murray nella semifinale degli Australian Open 2012 durata cinque ore. Sono riuscito a giocare meno di quarantotto dopo quasi sei ore contro Nadal. È solo un esempio. Questo è l’approccio che ho da più di vent’anni… Sono stato fortunato a non essermi ammalato o aver avuto infortuni. Il più serio è stato al gomito. Questa è la prova che ciò che faccio è giusto”.

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