Sempre lui, sempre Dusan Vlahovic. Poco importa se in realtà la paternità difficilmente gli sarà accreditata, conta il pensiero, come si dice per i regali. E come per i regali, c’è da dire grazie. Lo fa la Juventus nei confronti del suo bomber, che dal nulla, dalla bandierina del calcio d’angolo, sfonda fino ad arrivare in area, tira malissimo ma trova la deviazione di mano di Tressoldi che spiazza un Pegolo fino ad allora spaventoso a 40 anni. Non una bella partita per i bianconeri, a lungo schiacciati dal Sassuolo che già in campionato avevano vinto allo Stadium, ma quando a gennaio la società ha deciso di sborsare subito 80 milioni di euro per il serbo, era proprio per questo motivo, per trovare un gol a partita che era stato smarrito con la partenza di Ronaldo. Con la differenza, però, che CR7 era in fase calante, mentre Vlahovic sta esplodendo sempre più e potrebbe davvero fare le fortune di questa squadra.
Per il momento, di fatto, è lui a decidere la qualificazione in semifinale, dove peraltro c’è la Fiorentina col dente avvelenato per l’addio tempestoso del classe 2000. Manca la controprova, ma di fatto senza il nuovo attaccante e idolo della folla, come minimo si sarebbe andati ai supplementari. E così, l’uomo in più della Juve si sta prendendo questa squadra. Solo due partite, ma già i due indizi rischiano di fare una prova. E se quando si gioca male e si rischia più volte l’eliminazione (o comunque di non vincerla al 90′) arriva comunque una vittoria, si può dire che Allegri abbia trovato un tesoro, e non gli resta che sfruttarlo al meglio.
Se la Juventus vince, il Sassuolo di sicuro non perde. Non lo fa perché abbandona Torino a testa altissima e tra gli applausi, dominando il primo tempo con Traoré che aveva risposto all’iniziale vantaggio di Dybala, sfiorando a più riprese il vantaggio. Nel secondo tempo, però, tutta un’altra Vecchia Signora, nella sua nuova versione ultra offensiva e arrembante. A quel punto, tra i bianconeri e la qualificazione ci si è messo Pegolo con almeno quattro parate fantascientifiche a quarant’anni, quindi anche la sfortuna (palo di De Ligt da zero metri), o l’imprecisione. Poi, però, tutto gira a favore di Allegri all’88’, nel finale, come capitava non poche volte nella sua precedente gestione. E i tifosi sperano che si possa tornare a quell’idillio.