Dopo l’inchiesta pubblicata su ‘Il Mattino’ su una presunta combine della partita di Lega Pro tra Parma e Ancona, il capitano della squadra Alessandro Lucarelli ha voluto smentire duramente in conferenza stampa le accuse lanciate dal quotidiano. “Era doveroso metterci la faccia. Ci stanno gettando m… addosso. Mer… non su dei giocatori ma su dei padri di famiglia. La nostra unica colpa è aver perso una partita. Al giornalista del Mattino (il giornale che ha dato la notizia, ndr), chiedo di suonare tutti i campanelli del condominio. Siamo i primi a voler indagare, ai tifosi chiediamo solo scusa per la sconfitta”, ha detto Lucarelli accompagnato in sala stampa da tutta la squadra. “Hanno voluto scatenare di proposito questo polverone, io sono garante della squadra – ha aggiunto il difensore – Voglio poter guardare in faccia i miei figli, non abbiamo nulla da nascondere. I social fanno più male della grandine. Chi accusa deve fare i nomi e cognomi di chi ha dato la soffiata per le scommesse. Se si fanno accuse di questo tipo bisogna avere la certezza di quello che si dice, altrimenti è terrorismo mediatico”.
Gli fa eco Calaiò: “Abbiamo perso con il Fano e nessuno ha detto nulla, ci mettiamo sempre la faccia“. Infine, si è registrato anche l’intervento di Faggiano: “Tutti questi soldi? 50 milioni a Pozzuoli… diventa Montecarlo. Se abbiamo fatto cose disoneste è giusto che ci impicchino in piazza”. Nel pomeriggio il Parma ha fatto chiarezza con un comunicato ufficiale: “Il Parma Calcio 1913 esprime profondo stupore e totale disgusto in merito all’articolo pubblicato oggi dal quotidiano “Il Mattino” di Napoli e integralmente ripreso e rilanciato da altri organi di stampa , attraverso il quale si adombrerebbe l’insopportabile sospetto di una combine relativa alla partita Parma-Ancona. La scialba prestazione di domenica scorsa è stata senza giustificazioni dal punto di vista calcistico. Ma tanto quanto la società è rimasta arrabbiata e delusa dal comportamento sul campo dei propri tesserati, tanto quanto è totalmente al loro fianco e difesa rispetto a voci, sospetti, accuse assurde e infamanti per uno sportivo. Un conto è tollerare che certe cose vengano scritte su Facebook, regno delle leggende urbane e degli sfoghi di pancia. Un conto è che le “voci” da Facebook passino ad avere spazio e rilevanza su quotidiani nazionali”.