Una medaglia di bronzo al NRW Trophy di Dortmund, i primi di dicembre, e poi via, lanciatissima verso gli Italiani Assoluti di Egna dove, con 161.23, si è laureata campionessa italiana junior. AI mondiale junior di Taipei si è presentata carica di voglia di fare bene, ha pattinato uno short entusiasmante, con sicurezza e tranquillità, ma nel libero l’emozione di ritrovarsi davanti ad un grande pubblico le ha giocato un brutto scherzo e non le ha permesso di chiudere tra le prime 15. E’ Elisabetta Leccardi, classe 2001, atleta dell’Agorà Skating Team, alla guida di un esercito di piccole pattinatrici in erba che rappresentano il futuro delle Ladies sul ghiaccio. Sui pattini dalla tenera età di 4 anni, nonostante fosse molto piccola non ha avuto esitazioni quando si è trattato di scegliere tra il ghiaccio e la ginnastica artistica, frequentata per circa un anno. I primi passi al fianco di Karel Zelenka, poi il passaggio a Marilù Guarnieri: l’insegnante, la guida, l’amica.
Solare ma timida e riservata, soprattutto con chi non conosce bene, si definisce “determinata, ma al momento ancora un po’ insicura”. Giunta nella capitale cinese, la piccola campionessa di Segrate, che per i programmi della stagione appena conclusa ha scelto le musiche di Ezio Bosso e Lara Fabian, ha chiuso in 14a posizione il primo segmento di gara, ma poi “le gambe hanno ceduto e la mente ha giocato un brutto scherzo”, facendola scivolare in 18a posizione (129.33 il total score). A Milano, in ogni caso, è tornata con un bagaglio di esperienza in più da far fruttare al meglio in vista della prossima stagione, che la vedrà impegnata tra gli juniores solo per metà, con un piede già tra i “grandi”. Tra gli altri risultati importanti conseguiti anche il secondo posto alla Merano Cup 2016 e il quarto allo Skate Helena di Belgrado. Risultati che lasciano intravedere un ottimo talento, che va solo modellato e perfezionato.
Elisabetta, partiamo da quel dicembre 2016 ad Egna e dal giorno in cui sei salita sul gradino più alto del podio. I ricordi e le emozioni di quel momento…
“Sono arrivata con la consapevolezza di voler vincere e di avere le carte in regola per farlo, sono entrata sul ghiaccio sicura e sono riuscita a fare vedere il meglio. Quando mi sono resa conto di quanto alto fosse il punteggio, sono stata contentissima. Era quello che desideravo e per il quale avevo tanto lavorato”.
Un bilancio di questo mondiale junior e, più in generale, di tutta la stagione…
“E’ stato emozionante e divertente vedere le migliori al mondo, e mi ha motivata ancora di più a lavorare duramente per raggiungere, o almeno avvicinarmi il più possibile, a quel livello. Ovviamente sono soddisfatta dello short, perché ho fatto tutto quello che sapevo fare e mi sono presa il record italiano ad un mondiale junior; decisamente meno soddisfatta del libero, ma l’agitazione mi ha bloccata. L’arena era grandissima, piena di gente che tifava, e questa cosa mi ha messo un po’ di ansia. E’ stata solo una questione emotiva, nessun problema fisico, infatti negli allenamenti avevo fatto quasi tutti i salti e poi in gara ne ho sbagliati due. In compenso, ho ricevuto molti complimenti per l’interpretazione. Relativamente alla stagione devo dire che il bilancio è positivo e sono contenta, solo in un paio di gare avrei potuto fare un po’ meglio. Per il resto, sono arrivati bei punteggi anche in gare internazionali e ho centrato gli obiettivi di inizio stagione”.
Hai fatto davvero un grande short e col tuo 52.62 hai migliorato di oltre due punti il primato nazionale di categoria che deteneva Sara Casella, dal 2015, con 50.55…
“Ad inizio stagione sono partita con la meta dei mondiali junior, il mio obiettivo era qualificarmi per il libero; sapevo che sarebbe stato un mondiale difficile e di alto livello, per cui tutto doveva essere perfetto. Volevo fare tutto, ci sono riuscita e sono contenta per il 14° posto”.
Ma non pensi che, in generale, avresti potuto meritare qualcosa di più nei components?
“Avendo fatto solo un Grand Prix prima del mondiale, avevo pochi punti di ranking e sono scesa nei primi gruppi. Forse questa cosa mi ha un po’ penalizzato”.
Il podio mondiale ha rispecchiato le tue pattinatrici preferite?
“Abbastanza, adoro soprattutto la giapponese Marin Honda. E’ la mia preferita perché, a parte i salti bellissimi e la velocità pazzesca con cui li esegue, è anche molto elegante. La mia preferita, però, resta Carolina Kostner: lei è il mio idolo, come si muove lei nessuna e il suo Bolero rimarrà nella storia del pattinaggio. A seguire Ashley Wagner, perché sa interpretare bene tutte le musiche, dal rock alle classiche”.
Il prossimo anno si annuncia abbastanza particolare, potresti gareggiare sia negli junior che nei senior…
“Esatto, inizierò a fare qualche gara in senior anche se i Grand Prix e le gare più importanti penso di continuarle nella junior. Non mi fa paura questo passaggio, anzi. Sono contenta di fare il salto nell’ultima categoria, mi potrò confrontare con le più grandi e mi sento pronta”.
Come va con la combinazione Flip – Toeloop?
“Bene in allenamento, un po’ meno in gara. Ai mondiali dovevo presentarla, ma cadendo nel Flip poi non sono riuscita ad attaccare il Toeloop e l’ho fatto in un altro momento del programma, per recuperare punti. Negli allenamenti del libero, comunque, avevo provato anche Lutz – Toeloop e anche questa combinazione non mi ha dato problemi”.
I punti forti dei tuoi programmi della stagione appena finita? E quelli che ti è piaciuto maggiormente eseguire?
“Nello short avevo la combinazione 3T + 3T che sono riuscita a fare bene sia ai mondiali che in altre gare, non ho avuto problemi neanche nel Loop e la trottola rovesciata mi ha permesso di prendere sempre +2 e +3. Nel libero invece avevo una bella sequenza di passi che ai mondiali è piaciuta molto, e le combinazioni di tripli mi sono venute quasi sempre bene, tranne ai mondiali. Io, comunque, adoro tutti i salti, le trottole mi piacciono meno e devo lavorare soprattutto per renderle più veloci”.
Quarta agli assoluti dell’anno scorso, prima quest’anno ad Egna. Una crescita costante dovuta al fatto che hai superato anche i tuoi problemi fisici?
“Si, l’anno scorso ho avuto dei problemi dovuti ad un tendine che mi hanno costretta a stare ferma per ben due mesi e a seguire molte terapie. Quando mi sono rimessa in piedi non potevo caricare troppo sulle gambe, perché tornava subito il dolore. Quest’anno, per fortuna, è andata decisamente meglio”.
Mi parli un po’ del rapporto con Marilù Guarnieri, la tua allenatrice? Cosa ti dice poco prima dell’entrata sul ghiaccio?
“Le voglio molto bene, c’è un bellissimo rapporto che ci lega, ci tiene a me e sta facendo di tutto per tirare fuori quello che sa che sono capace di dare. Mi segue da tre anni, ne avevo 12 quando ho cominciato con lei, e lei 29. E’ giovane, ci divertiamo insieme, ci confrontiamo ed è un modello per me, infatti ‘da grande’ vorrei fare l’insegnante – coreografa esattamente come lei e non lasciare mai il ghiaccio, per nessuna ragione al mondo. Prima della gara sa motivarmi, mi dice che se voglio una cosa devo lottare per ottenerla e devo credere in me stessa e nelle mie potenzialità. Solo in allenamento, di tanto in tanto, è un po’ severa ma è giusto così altrimenti non imparo”.
Ma come coniughi gli allenamenti quotidiani con la scuola? E il tuo tempo libero, che immagino sia poco, come ti piace trascorrerlo?
“Vado a scuola il lunedì, mercoledì e venerdì dalle sette alle nove di sera e il sabato dalle 9 del mattino alle 15. Frequento il 2^ anno del Liceo delle Scienze Umane e poi vorrei andare all’università, anche se non ho ancora le idee chiare sull’indirizzo di studi da intraprendere. Nel tempo libero ascolto tanta musica pop e moderna, soprattutto Ed Sheeran, amo ballare e inventare balletti, mi piace anche disegnare e, naturalmente, chiacchierare con le mie amiche, specialmente con Carolina (ndr: Peroni). Con lei inizialmente, pur frequentando entrambe l’Agorà, non c’erano molti contatti. Poi, per via di un ragazzo che ‘faceva il simpatico’ con tutte e due, ci siamo ritrovate a sorridere guardando i messaggini che aveva inviato ad entrambe, ed è nata una simpatia immediata. Lei è fantastica, sa dove vuole arrivare e sta facendo di tutto per realizzare i suoi sogni. Caratterialmente siamo simili, ma io sono molto più timida”.
Adesso che la stagione è finita a cosa ti stai dedicando e che programmi hai per l’estate?
“Mi concederò una settimana di vacanza a maggio, e spero di andare al mare con la mia famiglia. Poi di nuovo all’opera, anche ad agosto. Lavorerò su nuove combinazioni di tripli, soprattutto sui Salchow e sui Loop, per consolidarli. Ovviamente ancora su Lutz – Toeloop e Flip – Toeloop e sulla qualità della pattinata. A Taipei ho seguito con profonda ammirazione le ragazze dell’ultimo gruppo che sul ghiaccio volano, scivolano in maniera fluida. Ecco, voglio arrivare a quel livello”.
Sei in contatto con pattinatrici di tutto il mondo e di tante scuole diverse. In cosa pensi che le italiane siano svantaggiate, e in cosa invece possiamo giocarcela ed essere più forti…
“Le italiane possiamo essere migliori nell’interpretazione, perché siamo più espressive, ma siamo più deboli nei salti, dove eccellono russe e giapponesi. Per sfidarle bisogna arrivare almeno a farli come loro. In sostanza loro sono più forti nel tecnico, noi nell’artistico”.
In famiglia chi condivide con te l’amore per il ghiaccio?
“Mio fratello faceva hockey all’Agorà fino all’anno scorso, ma quest’anno ha smesso perché ha iniziato l’università. I nostri genitori amano questi due sport e ci hanno sempre aiutato molto, permettendoci di uscire prima dalle lezioni per andare agli allenamenti. Sono molto comprensivi e mi seguono anche nelle trasferte in Italia, quando possono”.
E la famiglia dell’Agorà, invece, a parte Marilù, com’è?
“Faccio coreografia con Corrado, è sempre carico di energia positiva e la sa trasmettere. E poi Stefano Caruso che è simpatico e molto preparato, Barbara così vulcanica e che come pattinatrice è stata immensa; Matteo Zanni è bravissimo e adoro lavorare con lui, come anche con l’insegnante di ginnastica Nicoletta Dellerma. Sono tutti molto disponibili e cercano il dialogo soprattutto se qualcosa non va”.
Con quali sogni si guarda, per finire, alla prossima stagione?
“Mi piacerebbe partecipare di nuovo ai mondiali junior e chiudere tra i primi 10. Quanto agli europei vorrei presentarmi ai senior, ma devo davvero lavorare tanto sulla mia insicurezza perché non mi permette di far vedere quello che so fare davvero”.