“Ci saranno degli spettatori sugli spalti, con schemi ben precisi per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti. In termini di capacità bisognerà regolarsi impianto per impianto ma se avessimo una persona su tre o su due sarebbe già un bel risultato, dipende anche se gli eventi sono all’aperto o al chiuso. Ma almeno ci sarà il pubblico“. È ottimista Christophe Dubi, direttore esecutivo del Cio per le Olimpiadi, in vista dei Giochi Invernali di Pechino. Le Olimpiadi in Cina non saranno infatti a porte chiuse come quelle estive di Tokyo, ma gli spettatori saranno ammessi solo su invito. “Una volta che hai creato delle strutture e infrastrutture sportive, è molto intelligente usarle e potrebbe essere un segnale per altre città del mondo” ha aggiunto Dubi su Pechino, la prima città ad ospitare le Olimpiadi sia estive (2008) che invernali (2022 appunto).
Un ulteriore passo verso Giochi sempre più sostenibili, “perché una volta che hai organizzato le Olimpiadi, può organizzare altri eventi a livello locale e mondiale, creando opportunità per decenni. È questa la sostenibilità“. “Organizzare i Giochi in sé è davvero dura e, come a Tokyo, lo si sta facendo in tempi di pandemia. L’esperienza in Giappone ha dato tanta fiducia ma oggi dobbiamo fare i conti con la variante Omicron – ha sottolineato Dubi -. La Cina è un Paese che ha tolleranza zero verso il Coronavirus e il protocollo per chi parte è stato rafforzato”. “Abbiamo aggiornato più volte le linee guida proprio per assicurarci che tutti adottassero quante più precauzioni possibili” ha concluso Dubi.