“Incredibile. Un’altra lotta con Monfils piena di emozioni. Credevo di avere la partita in mano al terzo set, invece siamo andati al quinto. Il tennis è così. Ho giocato contro Nadal solo agli US Open. Non sapevo cosa aspettarmi. Sarà dura. Ha più esperienza di me”. Emozionato, stanco, soddisfatto. Matteo Berrettini supera il francese Gaël Monfils ai quarti di finale degli Australian Open e guadagna una semifinale storica contro Rafa Nadal. È lui il primo italiano di sempre in semifinale a Melbourne. Ma presto può essere raggiunto da Sinner: “Sono amico anche di Tsitsipas, ma spero vinca Jannik. Sarò in camera a guardare la partita”.
Cinque set duri in 3 ore e 52 minuti, il romano parte forte (doppio 6-4), poi cala (doppio 3-6) ma alla fine agguanta un risultato storico al quinto: “Ero morto a fine quarto set? Ho trovato le energie nel mio cuore. Ero stanco, c’era umidità. Il lungo game del secondo mi ha tolto energie e poi Monfils è salito. Mi sono sentito come contro Alcaraz, ma mi sono detto di lottare fino a rischiare di farmi male”. Cuore, testa, talento ma anche uno spirito di rivalsa contro chi l’ha beccato dagli spalti: “Ci sono tantissimi spettatori e alcuni di loro non mi sembrano appassionati di tennis. Serve rispetto. Ho vinto, sono contento, va bene così”, ha concluso nell’intervista a caldo.
“Credo che l’energie fondamentali siano arrivate dal cuore, dalla voglia di non mollare e di portare a casa la partita. Ho pensato a quanto sono stato male emotivamente a fine novembre. Dopo che quella chance di lottare mi era stata tolta, adesso lotto anche a costo di infortunarmi. Ho pensato a quanto sia brutta la sensazione della sconfitta, stasera non volevo sentire quel feeling – ha aggiunto Berrettini – Fa impressione giocare contro Nadal, ma è bello così. Credo molto nelle emozioni, la spinta principale viene proprio da ciò che uno sente dentro. Proprio oggi il telefono mi ricordava che otto anni fa guardavo un quarto Ferrer-Berdych sulla Rod Laver Arena, mentre stavolta sono io. Mi rende super orgoglioso, ma entrerò in campo con l’occhio avvelenato“.
Matteo ha poi raccontato: “Su Netflix vedrete tutte le cose che sono successe in questi giorni, fanno parte del percorso di un professionista. Cerco di fare tutte le cose giuste; ad esempio stasera devo ancora fare tutti i trattamenti e probabilmente andrò a dormire alle quattro. Devo prendermi cura del mio corpo. Ci sarà un giorno in più per recuperare, ma domani continuerò a lavorare“. Infine, un’analisi sulla condizione fisica nel corso del match: “Mi sentivo pesante sulle gambe, oggi era molto umido e i primi set erano stati molto intensi. Gael mi ha fatto sudare tanto e a un certo punto mi sono sentito davvero stanco. Fortunatamente più passa il tempo e più mi ricarico. Però è vero che ad un certo punto sono andato in folle, altrimenti al quinto sarei morto“.