Per la terza volta nella sua carriera, Stefanos Tsitsipas giocherà i quarti di finale degli Australian Open, dove ha già raggiunto le semifinali nel 2019 e nel 2021. Partita durissima contro Taylor Fritz, risolta in cinque set, con tanti andirivieni di entrambi, tante emozioni e un finale molto incerto. L’ateniese è stato sul filo e ci ha riflettuto in sala stampa. Analizza anche il suo prossimo rivale, Jannik Sinner, una pietra sulla strada per gli ultimi round del torneo oceanico.
Grande rimonta e grande sforzo mentale:
“È stata una battaglia molto dura. Ho dovuto affrontare molti momenti nel miglior modo possibile. Riuscire a superare tutte quelle difficoltà mi ha richiesto molta forza mentale. Penso di aver fatto le cose che dovevo fare nei tempi giusti e l’ho gestita molto bene. È stata una grande rimonta. Una partita molto emozionante, ho dovuto ricordare costantemente a me stesso di rimanere lì e andare avanti e trovare soluzioni ai miei problemi. Ci sono stati molti scambi, grandi vincenti, ottimi servizi da entrambe le parti. Sono successe tante cose diverse. Sono riuscito a controllare le mie emozioni e ad usarle nel miglior modo possibile. Penso che il supporto delle persone oggi sia stato molto importante, mi ha incoraggiato e mi ha dato energia dall’inizio alla fine”.
Terminare l’emorragia del gioco difensivo nel momento chiave:
“Sentivo che c’erano momenti in cui sarei diventato molto difensivo e non avessi chiaramente cercato i tiri vincenti. Quindi continuavo a dirmi che dovevo colpire la palla più forte, per provarci. Alla fine mi è rimasto nella testa e tutto questo si è concretizzato nel quinto set. Non potevo continuare ad essere così difensivo e fare così tanti scambi. Ho dovuto spostarlo ed essere aggressivo. D’altra parte, ho anche visto che non dovevo fare scambi molto corti, perché nel quinto set diventa una battaglia fisica e mi sentivo preparato. L’ho costretto ad uno sforzo fisico molto elevato per non dargli punti gratis”.
Sui due italiani rimasti, Sinner e Berrettini:
“Non ho giocato molto contro di loro per sapere chi avrei preferito. Sinner è nel circuito da poco, Berrettini da un po’ di più. Contro lui ho giocato un po’ di più che contro Jannik. Matteo è un battitore più forte di Jannik, genera più potenza e anche più precisione con i suoi servizi e ottiene più punti facili di Jannik. Dalla linea di fondo penso però che Jannik sia più talentuoso, gioca più rilassato e fluido. Non mostra molta tensione quando gioca. Molto freddo, rispetto a Matteo che dà l’impressione di essere più emotivo. Sono due giocatori molto diversi, questa è la realtà”.