Sono terminate la scorsa notte le speranze di vedere l’Italia tra le migliori quattro squadre dell’Atp Cup 2022. Gli azzurri vanno via da Sydney a testa alta ma con la consapevolezza che bisogna necessariamente migliorare in tante cose per poter ambire a diventare la squadra da battere negli anni a venire. Partiamo dalle note liete. La nostra Nazionale sembra aver trovato in Jannik Sinner un vero e proprio leader. L’impatto dell’altoatesino con la maglia azzurra è stato letteralmente devastante. Il bilancio parla chiaro. Su sei singolari (compresi i tre giocati nella scorsa Coppa Davis) sono arrivate solamente vittorie ed addirittura un solo set perso. L’italiano è sembrato già piuttosto rodato in queste prime uscite del 2022. La sua grandezza la si è potuta vedere soprattutto nei momenti complicati. Nei match contro il francese Rinderknech ed il russo Safiullin, infatti, in alcuni frangenti il tennis lo ha abbandonato ma lì è entrata in gioco la sua mentalità superiore, strabiliante per un ragazzo così giovane.
Ma le buone notizie proseguono anche con Matteo Berrettini. Per il romano si trattava del rientro dopo il brutto e delicato infortunio all’addome patito alle scorse Atp Finals contro Alexander Zverev. L’azzurro ha risposto decisamente presente. Dopo la sconfitta iniziale contro De Minaur, infatti, sono arrivate la vittoria in due set contro Ugo Humbert e tre set di altissimo livello contro Daniil Medvedev. Matteo è sembrato crescere di partita in partita con tutti i fondamentali ritrovando quella pesantezza di palla che l’aveva sempre contraddistinto prima dello stop. Da risolvere c’è soprattutto il problema del doppio. L’alchimia che si è creata tra Sinner e Berrettini è notevole ma forse non basta per poter competere contro le coppie più forti e collaudate. Ancora una volta siamo stati penalizzati da questa specialità. Se in Coppa Davis, però, ci eravamo arresi contro i numeri uno del mondo Mektic/Pavic, stavolta il rammarico c’è. L’obiettivo di questi prossimi mesi dovrà essere assolutamente quello di formare delle coppie che spesso durante l’anno possano giocare insieme. Sarebbe un peccato perchè le potenzialità per far bene ci sono tutte. Menzione d’onore, infine, soprattutto per Fabio Fognini , Lorenzo Sonego e Simone Bolelli, che dalla panchina non hanno mai fatto mancare il loro sostegno ai loro compagni. Sull’amicizia ed il rispetto che lega tra loro questi ragazzi c’è veramente poco da discutere.