Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Paolo Maldini, dirigente del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni prima di Empoli-Milan: “Il nostro è stato un progetto chiaro sin dall’inizio: anche se non avevamo la certezza di riuscire nell’obiettivo, abbiamo provato a mettere delle idee. Abbiamo una storia talmente grande che i tifosi si aspettino sempre qualcosa in più, ma noi dobbiamo dimenticare la recente storia del Milan di Berlusconi che prendeva i migliori giocatori. Ora la strategia è un’altra. Rispetto alle previsioni, i risultati sono arrivati un po’ prima”.
Poi ha parlato dell’Inter e del rendimento della squadra nerazzurra: “L’Inter è campione in carica, quindi doveva essere per forza inserita tra le favorite. È normale che perdendo Conte, Lukaku e Hakimi qualcuno potesse prospettare un contraccolpo. Ad ogni modo, hanno preso un allenatore molto capace e giocatori di altissimo livello. Il loro livello non è calato. Abbiamo visto la classifica e basta fare qualche passo falso e la settima o l’ottava si avvicinano. Noi siamo in linea con l’anno scorso, dove avevamo fatto un’impresa. Non tutti quest’anno mettevano il Milan tra le prime quattro, quindi bisogna ricordarsi da dove siamo partiti. Ma noi comunque non rinunciamo ai nostro obiettivi: se ci sarà la possibilità di vincere, noi vogliamo farlo perché il nostro lavoro ce lo impone”.
In seguito ha detto cosa manca ai rossoneri per puntare allo scudetto: “Fare i confronti con il passato è sempre complicato, perché è molto glorioso, avevamo la squadra più forte al mondo. Il Milan, però, negli ultimi venti anni ha vinto due scudetti. Anche quando c’era Sacchi, vincemmo solo uno scudetto. Non è stata un’impresa sempre facile per il Milan, seppur avessimo la squadra migliore al mondo”.
Infine se ha trovato un motivo a tutti gli infortuni: “Noi spingiamo i nostri giocatori al massimo, questa è la nostra maniera di giocare, quindi questo potrebbe essere un motivo. Poi nel post lockdown tutti erano a disposizione e giocavano ogni tre giorni gli stessi giocatori. Magari non cambi niente da un anno all’altro e però succede tutto il contrario. C’è sempre l’imponderabile che può succedere nel calcio. Naturalmente ciò non toglie che faremo un’analisi approfondita dei nostri errori”.